Giovedì 25 Aprile 2024

Doping, blitz dei Nas: 5 arresti. Trema il mondo del ciclismo, ancora guai per Riccò

Perquisizioni in Toscana, Emilia Romagna e Veneto, fra gli indagati anche l'ex calciatore Giovanni Bia. Il Cobra di Formigine sarebbe destinatario della misura cautelare di obbligo di firma

Doping (foto di repertorio Ansa)

Doping (foto di repertorio Ansa)

Firenze, 22 luglio 2015 - Blitz anti-doping a Livorno, trema il mondo del ciclismo. Nei guai finisce, ancora una volta, Riccardo Riccò. Nel corso dell'operazione 'pista ciclabile', i carabinieri del Nas con i colleghi dell'arma territoriale hanno iniziato a eseguire questa mattina 9 misure cautelari tra cui 5 arresti nei confronti di un'infermiera, un operatore socio sanitario, un ex ciclista professionista, un operaio e un 'faccendiere' per reati di peculato, ricettazione, commercio di sostanze ad azione dopante e cessione di sostanze stupefacenti.

Nell'indagine sarebbe conivolto anche il ciclista Riccardo Riccò, già salito alla ribalta in più occasioni per questioni legate al doping. Il 'Cobra di Formigine' , secondo quanto si apprende, sarebbe destinatario insieme ad altre 3 persone, della misura cautelare di obbligo di firma per ricettazione e uso di sostanze dopanti. A lui l'ordinanza non sarebbe stata notificata perchè all'estero. 

PERQUISIZIONI L'operazione, 'pista ciclabile', ha portato anche all'emissione di 30 decreti di perquisizioni in Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Secondo le indagini l'infermiera e l'operatore socio sanitario sottraevano farmaci ad azione anabolizzante dal reparto dell'ospedale civile di Livorno dove lavorano, per rivenderli illecitamente a ciclisti professionisti e non. 

L'INDAGINE  - Complessivamente sono 32 le persone coinvolte. I carabinieri hanno effettuato una trentina di perquisizioni che hanno permesso di sequestrare centinaia di capsule e compresse di sostanze dopanti per decine di migliaia di euro. In carcere sono finiti due livornesi di 45 e 50 anni, un'infermiera, Cheti Lazzeri, per peculato, e un operatore socio sanitario dell'ospedale di Livorno, Fabrizio Boccolini, per peculato e commercio di sostanze dopanti. I due, secondo le indagini sottraevano indebitamente e reiteratamente farmaci dal reparto in cui lavoravano, ritenuta la base dell'approvvigionamento, per poi commercializzarli a pagamento attraverso una rete di giovani sportivi dilettanti. Tra le persone coinvolte, a vario titolo, nelle indagini risultano anche l'ex ciclista Matteo Cappè, ritenuto uno dei vari intermediari, che è stato posto ai domiciliari per ricettazione e commercio di sostanze dopanti.

Tra gli indagati anche l'ex calciatore Giovanni Bia, accusato di ricettazione e uso di  doping. Stesse accuse anche per un altro ex ciclista, Luca Benedetti. L'indagine, iniziata nel 2013 e condotta dai militari del Nas di Livorno, nella prima fase era stata coordinata dalla procura di Lucca e poi conclusa da quella di Livorno, era scaturita dal rinvenimento di farmaci ad azione dopante e siringhe e kit per infusione di endovenose ritenute di dubbia provenienza.