Venerdì 26 Aprile 2024

Dj Fabo, l'ultimo saluto in parrocchia a Milano

"Non un funerale, ma un momento di raccoglimento". Ma la vedova di Welby ringrazia per questa apertura

Dj Fabo nella campagna dell'associazione Luca Coscioni (Ansa)

Dj Fabo nella campagna dell'associazione Luca Coscioni (Ansa)

Milano, 6 marzo 2017 - Dopo tante polemiche, si avvicina l'ora dell'addio per Dj Fabo, il giovane artista che ha scelto il suicidio assistito in una clinica Svizzera. Un ultimo saluto che si terrà in chiesa e, precisamente, nella parrocchia di Sant'Ildefonso a Milano, dove il disk jockey giramondo era cresciuto. Non un vero e proprio funerale ma "un momento di preghiera e di raccoglimento". 

Dieci anni dopo il caso Welby, che spaccò l'opinione pubblica italiana, per Dj Fabo la Chiesa fa una scelta diversa. E' la compagna Valeria Imbrogno, su Facebook, ad annunciare la cerimonia in programma venerdi' prossimo alle 19, invitando chiunque "volesse salutare Fabo".

Come detto non sarà una messa, spiega Marco Cappato riprendendo il messaggio della fidanzata di Fabo, ma un ricordo in uno degli spazi della parrocchia. Sempre Cappato nell'occasione ricorda che 10 anni fa la Chiesa chiuse le porte per Piergiorgio Welby e che ora invece ospita il saluto a Dj Fabo. 

Il parroco di Sant'Ideldefonso, don Antonio Suighi, ha incontrato la mamma di Fabiano e ha "accolto il suo desiderio di vivere un momento di preghiera a suffragio del figlio", ha spiegato don Davide Milani, responsabile dell'Ufficio Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Milano. Don Suighi "sentita la Curia, ha acconsentito a questo desiderio per partecipare al dolore della famiglia e di tutte le persone che erano care a Fabo, e per pregare per lui". "Non è una cosa insolita per la nostra parrocchia", ha spiegato parroco.

E proprio Mina Welby, vedova di Piergiorgio, ringrazia "tutti coloro che, all'interno della Chiesa, hanno mostrato compassione e comprensione per la scelta dell'uomo che ha lottato per il diritto di scegliere come morire". "A Piergiorgio fu negato il funerale religioso - racconta Mina Welby -. Mio marito aveva chiesto l'eutanasia e, anche se lui riuscì a ottenere l'interruzione delle terapie nel pieno rispetto del diritto e della Costituzione, io - aggiunge - non riuscii a ricevere la comprensione della Chiesa alla quale avevo chiesto la cerimonia religiosa. Ringrazio personalmente i sacerdoti, come Don Gallo, che mi avevano comunque manifestato la loro solidarietà". "Oggi invece - prosegue - molti illustri rappresentanti della Chiesa hanno espresso la propria compassione e comprensione per il dolore di Fabo e a nome mio e dell'Associazione Luca Coscioni non posso che porgere un sincero e profondo ringraziamento per questa apertura che porta con sé un grande valore di umanità e progressismo".

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