Giovedì 25 Aprile 2024

"Di Maio mi cacciò per 20 euro, ora si scusi"

Archiviata l’inchiesta sulla torinese Montalbano, espulsa dal M5s per l’accusa di peculato. "Luigi ha alimentato la gogna contro il dissenso"

Deborah Montalbano, 41 anni, consigliera a Torino. Eletta nel M5S, venne poi espulsa

Deborah Montalbano, 41 anni, consigliera a Torino. Eletta nel M5S, venne poi espulsa

Si dice che chiedere scusa sia il super attack della vita, una colla in grado di riparare qualsiasi cosa. Ci prova Di Maio abbassando il capo di fronte all’ex sindaco Pd di Lodi Uggetti per la "gogna a fini elettorali". Ma è l’anima del Movimento a non tenere più. E sono in tanti a pensare che chiedere scusa sia in realtà un modo eccellente per avere l’ultima parola. A Torino, per esempio, il virtuoso riconoscimento di un errore passato, come lo chiama Giuseppe Conte, non convince Deborah Montalbano. Consigliera eletta nel M5s e poi passata al gruppo misto dopo l’apertura di un’inchiesta giudiziaria terminata con l’archiviazione, si domanda: "Quando chiederà scusa a tutte le persone del Movimento che furono messe all’angolo, isolate, zittite e anche diffamate solo per avere manifestato il loro dissenso?". Fra la gogna e le scuse può passare un’intera esistenza. "Penso – dice la pasionaria dei tempi ruggenti – che Di Maio sia stato proprio uno dei fautori di questo genere di gogna mediatica. Noi comunque siamo qui. Ad aspettare le scuse".

Quel che accadde a lei è esemplare. Nel novembre 2017 andò a prendere la figlia a scuola con un’auto di servizio del Comune. Non si fa. Si può comprendere. Macché: onestà, onestà. La cifra contestata era di 20 euro. A denunciarla furono gli amici del M5s istigati dall’autista di Palazzo Civico che aveva messo nero su bianco il viaggio della vergogna. "Avevo impegni istituzionali che si erano accavallati – spiegò lei – e la persona che si doveva occupare di mia figlia si era ammalata. Non ho l’auto e nemmeno la patente. Non sarei mai riuscita ad attraversare la città in tempo". Polemiche a non finire, apertura di un’inchiesta per peculato adesso archiviata. La consigliera lasciò la presidenza della Commissione Sanità e Servizi Sociali e poi il M5s, aderendo al misto. Qualche amico cercò di incoraggiarla esaltando la nobiltà del gesto: c’è una certa differenza di stile fra chi non si dimette mai neanche se ruba miliardi e chi rimette il mandato nelle mani del Movimento convinta che saranno rigettate. Solidarietà dai colleghi zero.

Solo il senatore del Pd Stefano Esposito le tese la mano: "Se quello che ha fatto l’avessi fatto io o un esponente del Pd, lei avrebbe chiesto l’impiccagione immediata. E tuttavia trovo che non abbia fatto nulla di scandaloso nel chiedere di utilizzare l’auto per andare a recuperare sua figlia piccola". Fatto gravissimo sentenziò Di Maio. La Montalbano chiese perdono su Facebook ben sapendo che l’utilizzo di auto blu era il nervo scoperto dei grillini. E tanti saluti: "Sono molto tranquilla e attendo di essere ascoltata dal magistrato".

Ora aspetta le scuse, come forse tanti altri. Renato Soru, ex presidente della Sardegna ed eurodeputato, si dimise dagli incarichi Pd dopo una condanna in primo grado per evasione fiscale, ribaltata in appello. Ricorda: "Per il M5s ero un tentacolo della piovra". Anche il sindaco di Siena Bruno Valentini era nella ’piovra’ per un’indagine sulla costruzione di un campo da baseball per bambini: "La cosa buffa è che andai sul Tg1 delle 20 e una settimana dopo il pm ritirò le accuse. Gli attacchi mediatici e politici sono ferite mortali che rimangono". E si può dialogare col M5s nonostante le ferite? "Dovrebbero prima riconoscere quanto veleno inutile e ingiusto hanno sparso". Fatto.