Mercoledì 24 Aprile 2024

Dengue in Brasile, perché preoccupa anche l’Italia. Pregliasco: “Attenzione al fattore probabilità”

Boom di contagi nel Paese sudamericano. Il virologo: “Anche la nostra zanzara tigre è diventata vettore del virus negli ultimi due anni”. Come difendersi

Un intervento di disinfestazione in Brasile (Ansa)

Un intervento di disinfestazione in Brasile (Ansa)

Roma, 13 marzo 2024 – Il virus della Dengue, con i suoi 1,5 milioni di infetti solo in Brasile, è ormai al centro dell’attenzione. Perché l’Italia guarda al continente sudamericano con preoccupazione? Cosa è cambiato nel giro degli ultimi due anni? Lo abbiamo chiesto al virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco.

Professore, perché si parla di ‘emergenza’ proprio in questo momento?

“Rispetto a qualche anno fa dobbiamo tenere alta l’attenzione su due aspetti: il primo è che anche la nostra ‘zanzara tigre’ locale negli ultimi due anni è diventata un vettore del virus dengue, anche se in minor misura rispetto alle specie Aedes aegypti e Aedes albopictus. Sono stati individuati dai dipartimenti di prevenzione regionali almeno tre clauster di dengue: in Lombardia, Veneto e Lazio, per un totale di un centinaio di casi di persone che non hanno contratto il virus nei Paesi dov’è partita l’epidemia. Mentre il secondo è il fattore probabilità”. 

Cioè? 

"Il boom di casi nei Paesi sudamericani, tra i quali Brasile e Argentina, in cui quest’anno è stata superata la soglia dei milioni di casi, preoccupa. L’aumento dei contagi sommato al fatto che la maggior parte delle persone infette ha sintomi banali oppure è asintomatico, e che quindi continua a spostarsi e a viaggiare, potrebbero determinare una potenziale crescita esponenziale dei casi anche nel nostro Paese”. 

Come avviene la trasmissione? 

"La tramissione avviene tramite la puntura di una zanzara infetta oppure attraverso la trasmissione di sangue. Il virus può essere rilevato attraverso una semplice analisi del sangue”. 

Quali sono i rischi per chi si infetta? 

"Come già detto, nella maggior parte dei casi si registrano sintomi ‘banali’ come per esempio il dolore agli occhi oppure dolori muscolari. Tra le forme gravi, invece, sono stati individuati sintomi quali choc, danni agli organi e emorragie. Le fasce della popolazione più a rischio sono, come per il Covid, gli anziani e i più fragili”. 

Dovremo vaccinarci? 

"Per ora il vaccino è impensabile, ma viene proposto a coloro che devono viaggiare nelle aree dell’epidemia”. 

Cosa consiglia? 

"In primo luogo è necessario rafforzare i controlli alle frontiere perché il rischio è che le zanzare infette sopravvivano ai viaggi intercontinentali e che possano sbarcare anche nel nostro Paese insieme ai passeggeri infetti. Il virus prolifera soprattutto in aree con un alto livello di degrado ambientale e dove non vengono seguite determinate norme igieniche. E’ raccomandato, quindi, provvedere a realizzare interventi di disinfestazione ciclici nei comuni. Anche i singoli cittadini devono fare la propria parte controllando che non formino residui di acqua stagnante in giardino o sul balcone (veri e propri ‘autogrill’ per la proliferazione di zanzare) e, se necessario, utilizzare repellenti”.  

C’è chi parla già di ‘rischio di una nuova pandemia’, è plausibile? 

"Prepariamoci per non essere presi alla sprovvista: abbiamo tutti gli strumenti perché l’emergenza non si propaghi nel nostro Paese”.