Lunedì 29 Aprile 2024

Dalle coppe all’arresto: era Mister Miliardo

L’ex calciatore Sartor ai domiciliari: coltivava marijuana. E non è la prima volta che finisce nei guai, come lui tanti altri campioni

Migration

di Paolo Franci

Un miliardo. Delle vecchie lire, s’intende. Tanto pagò la Juventus negli anni ‘90 per l’allora 17enne Luigi Sartor. Cifra e destino da predestinato, chiaro, tant’è che debutterà subito in Serie A e in Coppa Uefa. Storia già vista: un ragazzino in cima al mondo e l’inizio di una carriera che lo porterà a Milano sponda Inter, Parma, Roma. Con un paio di presenze in azzurro. Insomma, una gran bella storia, con tutti gli ingredienti del caso: belle auto, belle donne e su, la conosciamo la vita del calciatore d’élite no? E chissà quand’è che il ragazzo da un miliardo di lire deve aver scoperto di avere il lato oscuro del pallone. Quello che prima o poi esce fuori e ti fa credere che la vita sia tutta una scorciatoia di impunità al sapor di onnipotenza. Come quando si andava in campo e ti sentivi un semidio. Ricordi, Gigi?

Quel lato oscuro lo porterà nel fango del Calcioscommesse nel 2011, poi nei guai per aver maltrattato l’ex compagna e, ora, per questa storiaccia della piantagione di marijuana a un passo da Parma. Non è e non può essere una consolazione il fatto che all’ombra di quel lato oscuro ci siano tante, troppe storie finite con manette, carcere e vite spezzate. C’è un altro ex Juve, Michele Padovano che finisce in carcere per traffico di droga. E nello scorso dicembre il bomber Vincenzo Iaquinta viene condannato a due anni di reclusione per possesso di arma da fuoco, ma viene scagionato dall’accusa di associazione di stampo mafioso nel processo Aemilia. Il poco invidiabile titolo di numero uno al mondo – in tema di anni di carcere – è senza dubbio del messicano Omar Ortiz, portiere di squadre importanti, compreso il Monterrey. Ortiz incappa in una squalifica per doping nel 2010 e decide che ci sono modo più facili per fare soldi. Come i sequestri di persona. Entra nel cartello del Golfo, il più temuto assieme a quello di Sinaloa. E deve aver fatto un carrierone se due anni dopo, all’età di 38 anni lo arrestano per aver preso parte a diversi sequestri di persona a causa dei quali incassa una condanna a 75 anni di reclusione.

Dietro le sbarre è andata meglio ad Adam Johnson, ex stella del Sunderland, finito in carcere per pedofilia. Il 2 marzo 2015 lo arrestano per aver fatto sesso con una minorenne. Esce su cauzione, viene reintegrato nel club inglese ma ci ricasca un anno dopo: adesca una 15enne su internet, lo arrestano e lui confessa di averla baciata ma non di aver fatto sesso con lei. Finisce in galera condannato a sei anni. Guadagnava 100mila euro a settimana, ne prenderà 14 ogni sette giorni per fare il coach di ginnastica in prigione.

Terribile, invece, il crimine che ha portato in carcere Bruno Fernandez de Souza, brasiliano ex portiere di Corinthians e Flamengo, condannato a 22 anni di carcere per aver ucciso, fatto a pezzi e dato in pasto ai cani la sua amante, la modella Eliza Samudio. L’ex Napoli e Real Freddy Rincon è finito in prigione per traffico di droga, mentre l’ex bomber del Nancy Tony Vairelles aveva il vizio delle armi, con le quali minacciò nel 2011 il personale di una discoteca. Finì in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

C’è anche il terrorismo. Come nel caso di Nizar Trabelsi, passato dalla Bundesliga e il Fortuna Dusseldorf, al processo ad Al-Qaida. In aula racconta come Osama Bin Laden gli disse di chiamarlo "papà" e di "affidarsi a lui per qualsiasi cosa". Arrestato nel 2001 in Belgio, due giorni dopo l’attacco alle Torri gemelle, sarà condannato a 10 anni di prigione e poi estradato negli Stati Uniti dove la pena sarà commutata in ergastolo. E poi, ci sono le truffe, come quella che ha portato in carcere l’ex viola Tomas Repka, condannato a un anno e tre mesi per aver venduto una Mercedes della moglie, intascato i soldi e aver fatto finta che nulla fosse accaduto. È finito in prigione a Praga dove lo hanno accolto con due striscioni, così lontani da quelli abituato ad ammirare negli stadi: "Benvenuto all’inferno" e "Ti facciamo la pelle".