Mercoledì 24 Aprile 2024

Dall’era spaziale al siero anti Covid Sono sempre i russi ad arrivare prima

La corsa di Putin contro la pandemia ricorda il satellite in orbita negli anni ’50

Migration

di Roberto Giardina

Il 4 ottobre 1957, uomini e donne non seppero frenare un confuso sentimento di gioia e d’orgoglio. I sovietici lanciarono nella stratosfera lo Sputnik, avevano vinto il duello con gli Stati Uniti. Comincia l’era spaziale, come non esultare? Anche quanti odiano l´Urss sono cresciuti leggendo Jules Verne. Ma un satellite si lancia con i missili, come le atomiche, siamo in piena guerra fredda. Oggi Putin ha voluto battezzare il suo vaccino con il nome di quel satellite, Sputnik ricorda ancora che i russi non sono il male assoluto. Le dosi costano un quinto, efficaci, facili da conservare, perché non imitare San Marino o Israele, dove lo usano? Quel giorno, il "New York Herald Tribune" ammise: abbiamo perduto. Il presidente Eisenhower cercò di dare coraggio: la gara è aperta. Ma il due novembre, una doccia fredda: lo Sputnik 2 portò un essere vivente nello spazio, la cagnetta Laika, che morì al ritorno, immolata alla scienza. Ma era il primo passo. Il mondo fa il tifo per il "nemico", lo sputnik e Laika diventano una moda. L’Italia di allora è simile a quella d’oggi. Si diffonde l’Asiatica, al contrario del Covid colpisce i giovani, i morti sono 30mila. Non ci allarma, non troppo, la guerra è finita da poco, e comincia il miracolo economico. Arriva la nuova 500, prezzo 465mila lire, ma un operaio alla Fiat guadagna 40mila lire. Il Milan ha vinto lo scudetto, in Coppa dei Campioni in finale la Fiorentina si arrende al Real Madrid, 2 a 0. Pio XII si scandalizza per "Poveri ma belli". Si fischietta la marcia del "Ponte sul fiume Kwai". Nel ´69, gli americani arrivano primi sulla Luna, vince l´America. Ma nella scienza, spazio o medicina, dovremmo vincere sempre tutti insieme.