Venerdì 26 Aprile 2024

Ragazza pakistana costretta ad abortire, Farah è rientrata in Italia

La giovane era stata portata nel suo Paese dal padre con l'inganno, e là costretta ad interrompere la gravidanza

Farah, la ragazza pachistana residente a Verona  (Ansa)

Farah, la ragazza pachistana residente a Verona (Ansa)

Malpensa (Varese), 24 maggio 2018 - E' rientrata in Italia Farah, la ragazza pakistana di 19 anni residente a Verona costretta ad abortire in patria dai parenti. La giovane era stata stata riportata in Pakistan con l'inganno per costringerla interrompere la gravidanza. 

Farah era riuscita a inviare un ultimo messaggio al fidanzato, anche lui di origine pakistane ma adottato da una famiglia veronese e cittadino italiano, in cui lo informava del'inganno. La ragazza aveva anche inviato un audio a una compagna di classe, dove raccontava di essersi fidata dei genitori e di essere stata tenuta legata per otto ore prima di abortire.

Alla fine, anche grazie all'intervento di Roma, la ragazza è stata ospitata nella residenza dell'ambasciatore italiano ad Islamabad. Oggi è atterrata all'aeroporto di Malpensa su un volo in arrivo da Abu Dhabi alle 7.30. E dopo aver passato tutti i controlli di rito la diciannovenne è stata fatta uscire dallo scalo da un passaggio secondario.

Il Ministro degli esteri Angelino Alfano scrive: "Farah è finalmente tornata in Italia e si trova adesso in un luogo sicuro. Grazie al lavoro diplomatico dell'ambasciata italiana a Islamabad e alla collaborazione con le autorità pakistane".

Farah ha una storia difficile alle spalle. La famiglia vive a Verona dal 2008; il padre, proprietario di un negozio in città, era già stato denunciato per maltrattamenti e a settembre la ragazza si era rivolta ai servizi sociali del Comune, che per qualche tempo l'avevano ospitata in una struttura protetta nell'ambito del 'Progetto Petra' contro le violenze di genere. Il 9 gennaio scorso, però, Farah aveva lasciato la casa dicendo di essersi riconciliata con i parenti. 

La vicenda non può non far pensare alla tragica fine di Sana Cheema, la 25enne di Brescia, uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello per aver rifiutato un matrimonio combinato.

IL FIDANZATO - "No l'ho ancora sentita, non so dove sia adesso, ma spero di poter vederla presto". Al telefono Christian, il 19enne pakistano fidanzato di Farah, è ansioso di rivederla. Secondo quanto si apprende, la ragazza è a Verona, dove è stata sentita brevemente in Questura, prima di essere trasferita in un luogo segreto e protetto. In città risiede anche un fratello e il padre della ragazza, ora in Pakistan, che alla luce dei fatti nella primavera 2019 dovrà presentarsi in Tribunale per l'accusa di maltrattamenti in famiglia.

L'informativa servirà poi alla Procura per valutare se vi siano profili di reato e soggetti eventualmente perseguibili in Italia. Ma alla Polizia di Verona preme soprattutto la sicurezza di Farah, valutarne il grado di rischio per decidere le misure di tutela.