Mercoledì 24 Aprile 2024

La spesa sospesa al tempo del coronavirus contagia tutta Italia

Dalla Coldiretti alla Fondazione con il sud ai consorzi: ecco cosa si sta facendo per riempire il carrello di chi non ce la fa. Vince il Paese generoso

Anche il consorzio di cooperative Sale della terra ha aderito al progetto spesa sospesa

Anche il consorzio di cooperative Sale della terra ha aderito al progetto spesa sospesa

Roma, 1 aprile 2020 - La politica si raccomanda da giorni ma ad esempio in Campania, dove sul caffè  hanno inventato il sistema in tempo di pace, si sono mossi senza aspettare incoraggiamenti. La  spesa sospesa conquista il Paese, a colpi di passaparola e appelli in rete. In campo grandi gruppi di distribuzione e piccole associazioni. Tutti impegnati ad aiutare chi in questi giorni di blocco da coronavirus non riesce a riempire il carrello per le difficoltà economiche. Coldiretti ha messo a disposizione la rete di Campagna Amica. Chi riceve la spesa a  domicilio può donare un pacco a chi ha bisogno. Solidarietà e buon gusto: frutta, farina, formaggi e salumi rigorosamente made in Italy. 

Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione 'Con il sud',  è il primo a rimanere colpito da questa "straordinaria ondata di solidarietà. Volumi importanti, mai visti nel nostro Paese. Ma noi per mestiere stiamo pensando anche al dopo emergenza, che pure ha sollevato questioni sicuramente drammatiche.  La garanzia che le risorse non vengano sprecate o che si evitino fatti speculativi? La nostra conoscenza  delle organizzazioni di terzo settore. Che fanno un lavoro spesso sottovalutato e hanno rapporti molto forti con le fasce più fragili della popolazione. In questa fase, hanno non solo problemi di risorse e di sopravvivenza. Il loro mestiere è di comunità, di accompagnamento. Stanno vicino ai vecchi abbandonati, ai disabili fisici e psichici, alle donne vittime di violenza.  Quindi il distanziamento sociale rende difficilissimo il loro lavoro. Che pur continuano a fare in tutti i modi. Per questo si deve rafforzare questa rete.Garanzia che ci saranno servizi, vicinanza ai soggetti più deboli, interventi mirati e non sprecati".

Ma quante sono in Italia le persone assistite dal mondo del terzo settore? Borgomeo risponde con un'altra domanda: "Provo a farle un esempio. Abbiamo un intervento di contrasto alla povertà educativa minorile, con un fondo promosso dalle fondazioni bancarie, finora sono stati impegnati 280 milioni di euro. I progetti approvati raggiungeranno 420mila minori. Quindi si può parlare tranquillamente di sette-otto milioni di persone. Ripeto, i bisogni sono tanti.  Stiamo aiutando le donne vittime di violenza. Paradossale, chiuse in casa con i loro aguzzini, in questo momento fanno addirittura fatica a fare segnalazioni.  Abbiamo inventato qualche meccanismo che pare stia dando risultati".

Volontariato insostituibile, suggerisce Bruno, presidente  del Banco Alimentare. "Non solo il terzo settore supplisce funzioni pubblici inadeguate - è certo  Borgomeo -. C'è anche un rapporto di qualità e di metodo con le persone. Non si tratta semplicemte di dare il pacco di pasta, ma come si sta vicino alle persone. Se il volontariato fosse forte dove lo Stato è debole, non si capirebbe perché nei paesi del nord Europa, dove il welfare è ancora più forte, il livello del volontariato è altissimo". 

E sono già arrivate le prime spese sospese al consorzio Sale della Terra di Benevento, rete di economia civile che condivide tanti progetti con la Fondazione di Borgomeo. "Aiuti e  adesioni da tutta Italia - come spiega il presidente Angelo Moretti - . Una famiglia che vive a Firenze ma è originaria della nostra città ha appena fatto un bonifico per due spese sospese. Il servizio è partito lunedì, in tanti arrivavano in negozio da noi e ci chiedevano, cosa possiamo fare insieme? Così abbiamo pensato di diventare un luogo di mutualità. Le persone lasciano acquisti, noi facciamo una lista. Chi ha bisogno legge sui nostri siti il numero di spese disponibili".

Ma come si verifica che, come si dice, gli aiuti arrivino a chi ha davvero bisogno? Si va con l'autocertificazione. "Questa dev'essere la fase della fiducia, non della burocrazia - è netto Moretti - . Una famiglia dichiara di avere avuto una situazione di grave crisi economica a causa dell'epidemia di Coronavirus. Ha chiuso la bottega, ha perso il lavoro, è in cassa integrazione, non ha più clienti, tante categorie come parrucchieri o estetisti hanno smesso di lavorare. Ci aspettiamo che nessuno se ne approfitti. O meglio, chi cerca quella strada trova altre forme, denaro non aiuti alimentari".

In ogni caso, il termometro della generosità dà un messaggio di speranza. "Sì, c'è stata una grande empatia - conferma il presidente del consorzio -. Noi ci stavamo organizzando ma già tanti cittadini ci avevano scritto, chiedendo cosa poter fare. Da parte nostra, rinunciamo al rincaro".

Una gloriosa tradizione partenopea è stata aggiornata e adottata  da tutta Italia. Che impressione le fa? Stavolta il sud guida... "Questo deve farci riflettere molto - osserva Moretti -.Di solito siamo rappresentati come gli ultimi della classe. Il tessuto relazionale sfugge a chi organizza ad esempio una raccolta dati sul volontariato. Se mi chiedo, quante organizzazioni ci sono in Italia, di sicuro il sud non emerge. Ma quando analizzo la reciprocità e l'economia della condivisione, siamo  più avanti".