Giovedì 25 Aprile 2024

Contrordine cittadini (5 Stelle) "Onorevole non è una parolaccia"

L’ex premier Conte cambia linguaggio. I parlamentari non saranno. più chiamati "portavoce"

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di Ettore Maria Colombo

Secondo Giuseppe Conte, neo-leader del neo-Movimento 5Stelle (sembra di stare nella ‘neo-lingua’ di 1984, il romanzo di George Orwell, ma questo è un altro discorso…) "il neo movimento cambierà anche il linguaggio: per me ‘onorevole’ non è una parola diffamatoria, dipende da come si svolge il mandato. Ho una grande considerazione per la dignità dei posti parlamentari, è per questo che ho scelto di non correre per il seggio", dice il neo-leader a In Mezz’Ora (Rai 3).

Ora, bisogna intendersi, la capriola è di quelle formidabili, ma nel ‘nuovo’ Movimento 5S ci sta anche che cambino tutti i riferimenti storici, a costo che il Nord diventi Sud e lo Zenit il Nadir. Insomma, la parola "onorevole" ha un suo perché e, come recita il vocabolario della Treccani, viene dalla parola latina honorabilis e vuol dire "degno di onore, onorato, che gode di alta reputazione". Il termine, usato per la prima volta in ‘volgare’ dal Boccaccio, per ricalco questa volta dall’inglese honourable, "è appellativo riservato ai membri del Parlamento, deputati e senatori". Insomma, se sei deputato (o senatore) sei anche, per trasposizione semantica e politica, ‘onorevole’. Una di quelle cose che, al Movimento delle origini, proprio non piaceva. I pentastellati, sia la prima volta che furono eletti, nel 2013, sia la seconda, nel 2018, preferivano l’appellativo di "portavoce". Un modo come un altro per contestare quel Parlamento che gli faceva proprio schifo a tal punto che volevano "aprirlo come una scatoletta di tonno", anche se – con immagine azzeccata – Giorgia Meloni rimprovera loro, da molto tempo, che "il tonno siete diventati voi".

Anche Fausto Bertinotti, quando divenne presidente della Camera, provò a innovare la tradizione, chiamando i suoi sottoposti ‘deputati’ e basta, a ricalco dell’Assemblea francese del 1789, quella della Rivoluzione, ma l’esperimento ebbe poco seguito. Alla Camera, e al Senato, se vuoi chiamare un ‘onorevole’, invece, l’etichetta vuole che sia meglio premettere la funzione (deputato o senatore) alla carica di… onorevole. Invece, fuori dal Parlamento, meglio limitarsi, per educazione, a ‘onorevole’ e basta. Ma questi sono puri formalismi. Todo cambia, cantava Mercedes Sosa, pure l’M5s ed ecco che i parlamentari, per Conte, diventano persone stimabili, ergo "onorevoli". Manca solo l’ultimo passo. Abolire il tetto del secondo mandato...