Mercoledì 24 Aprile 2024

Comuni, bollette pagate con le multe E gli automobilisti rischiano il salasso

Maxi-rincari, passa l’emendamento di FI che permette di dirottare i fondi delle sanzioni sui conti di luce e gas

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di Antonio Troise

Saranno gli automobilisti a pagare i maxi-rincari di luce e gas ai Comuni, Città metropolitane e Province. L’emendamento al Decreto aiuti, prima firma Roberto Pella di Forza Italia, approvato ieri in commissione Bilancio alla Camera, consente infatti di dirottare i proventi delle multe per tagliare il costo delle bollette per le scuole, l’illuminazione pubblica e tutti gli altri servizi previsti per i cittadini. Insomma, una sorta di "bancomat" al quale i sindaci potranno attingere per far quadrare i conti dei rispettivi bilanci tartassati dall’aumento dell’energia.

Un rosso che, secondo le ultime stime dell’Anci, potrebbe raggiungere 1,5 miliardi di euro, coperti solo per una piccola quota (100 milioni) dal decreto sostegni ter di qualche mese fa. Ora la maggioranza corre ai ripari, senza intaccare i saldi di finanza pubblica, ma mettendo letteralmente le mani nel portafoglio degli automobilisti che parcheggiano in seconda fila, che non si fermano al semaforo ma che, soprattutto, incappano negli oltre 8mila autovelox disseminati sulle strade della penisola.

Non è la prima volta (e, c’è da giurare, non sarà l’ultima) che il tesoretto raccolto dai Comuni con multe e contravvenzioni, circa 3 miliardi all’anno, viene utilizzato per scopi che non hanno nulla a che vedere con le finalità previste dalla legge. Secondo l’articolo 208 del Codice della Strada i proventi devono essere tutti utilizzati per la manutenzione e la messa in sicurezza delle infrastrutture, nonché per potenziare le attività di controllo. Insomma, una doppia beffa per il gran popolo delle due e delle quattro ruote. Perché è vero che i Comuni alleggeriranno il peso delle bollette garantendo luce e aria condizionata nei rispettivi uffici. Ma avremo più buche e strade dissestate. E, soprattutto, gli investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria per infrastrutture viarie arriveranno sempre più con il contagocce.

Già oggi il 20% dei Comuni italiani si è ben guardato dal fornire le cifre aggiornate di quanto hanno raccolto con le multe e, soprattutto, su come hanno utilizzato queste risorse. Tanto che il ministro delle Infrastrutture, Roberto Giovannini, aveva già sollevato il caso alla Camera, proponendo addirittura delle sanzioni amministrrative per i sindaci che non rispettavano le norme.

L’emendamento approvato ieri di fatto mette fine a tutte le ipocrisie, lasciando agli enti locali la libera scelta di scaricare solo su una parte dei cittadini, cioè gli automobilisti, gran parte del peso dei maxi-rincari degli ultimi giorni. Non proprio un grande affare. Soprattutto per le città dove le multe fioccano più facilmente. Tra i Comuni con più di 200mila abitanti, al primo posto nella poco invidiata classifica delle entrate per le multe troviamo Firenze, dove si arriva a 138 euro di sanzioni pro-capite all’anno. Dopo il capoluogo toscano (secondo la classifica redatta da OpenPolis) troviamo Bologna (106,54 euro), Padova e Milano (rispettivamente 92,65 e 86,72 euro).

L’emendamento approvato alla Camera è limitato solo al 2022. Dall’anno prossimo i proventi delle multe dovranno di nuovo essere utilizzati per le finalità originarie. Ma nessuno, naturalmente, può prevedere che cosa succederà, nei prossimi mesi, sul fronte delle materie prime, direttamente collegato alle vicende della guerra in Ucraina. L’unico fatto certo è che la norma non incoraggerà certo gli enti locali ad adottare comportamenti virtuosi per risparmiare sui consumi energetici degli edifici pubblici. Tanto a pagare il caro-bollette ci sarà sempre il bancomat delle multe.