Giovedì 25 Aprile 2024

Catasto, hanno vinto i proprietari Rendite e affitti senza nuove tasse

Pd contro la Lega, i 5 Stelle polemici con il governo. Ma intanto le nuove norme sono rinviate al 2026

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di Antonio Troise

Tutti contenti. O quasi. Da una parte Lega e Forza Italia che cantano vittoria perché avrebbero evitato l’ennesimo salasso sulla casa. Dall’altra, il segretario del Pd, Enrico Letta e i Cinquestelle, che accusano il centrodestra di demagogia e di aver messo in scena solo "un colpo di teatro". Ma a parte le schermaglie politiche, la riforma così come uscita piace ai proprietari. Pericolo scampato, dice il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.

Per il Carroccio il "Centrodestra di governo ha continuato la battaglia a tutela della casa e contro le tasse e il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a cambiare il testo che era già stato votato". E il numero 2 degli azzurri Tajani: "Abbiamo festeggiato con tutti gli italiani, grazie a noi non ci sarà un euro in più di tasse con la riforma del catasto". Dall’altra parte, se il Pd polemizza ("quello di Salvini è teatrino, propaganda e un po’ di scena"), i Cinquestelle alzano la voce: "Irrispettosa questa modalità di lavoro, non si deve consolidare la prassi per cui sui temi divisivi qualsiasi forza politica possa sentirsi legittimata a costruire un tavolo in maniera esclusiva con Palazzo Chigi, a discapito delle altre".

Insomma, l’accordo sul catasto non sarà affatto indolore. È vero che la riforma marcerà a regime nel 2026, chissà con quale governo. Ma con le nuove norme non mancheranno le sorprese. E, allora, in attesa dei decreti delegati, ecco chi perde e chi vince con la riforma.

STOP AI VALORI

PATRIMONIALI

La principale novità è che sparisce dall’articolo 6 sul catasto qualsiasi riferimento ai valori patrimoniali (quelli, per intenderci, che si usano per le compravendite). L’attuale discrasia fra prezzi di mercato e rendita catastale finisce per premiare soprattutto le case nelle zone centrali delle città rispetto alle periferie, con immobili di lusso spesso accatastati come case popolari. L’adeguamento delle rendite ai valori patrimoniali avrebbe comportato un’impennata delle tasse soprattutto nelle grandi città.

LA MAPPATURA

E LE RENDITE

Nel testo approvato è stata, però, confermata non solo la mappatura degli immobili, ma anche l’aggiornamento delle rendite. La rivalutazione cacciata dalla porta rientra dalla finestra? Come si spiega il rebus? Semplice: nell’accordo si parla di una "rendita ulteriore suscettibile di un aggiornamento periodico che sarà affiancata a quella tradizionale". Nulla di nuovo, almeno sulla carta. In effetti già oggi i Comuni posso aggiornare i parametri catastali in base alle mutate condizioni degli immobili. Fra i criteri della "rendita accessoria" si terrà conto anche dell’articolazione del territorio e delle destinazioni d’uso. Non sono i valori patrimoniali, ma si avvicinano a quelli di mercato.

LA CEDOLARE

SUGLI AFFITTI

Il gran popolo dei proprietari è riuscito a spuntarla anche sulla cedolare secca, che resta al 10% per i canoni concordati. Con il sistema duale, invece, anche la tassazione sugli affitti avrebbe potuto registrare un innalzamento graduale fino al 23%. La cedolare secca favorisce in qualche modo anche gli affittuari, contribuendo ad abbattere il fenomeno del mercato nero.

IMMOBILI FANTASMA

Ma la vera stangata che si nasconde nel testo dell’accordo raggiunto giovedì riguarda i "furbetti" del catasto. Infatti, Agenzia delle Entrate e Comuni avranno nuovi strumenti, anche tecnologici e digitali, per scovare le case fantasma, gli immobili abusivi o mal registrati, i terreni edificabili classificati come agricoli. Ed è ovvio che in questo caso ci sarà un forte aumento della tassazione. Non si tratta di cifre di poco conto. Secondo le ultime rilevazioni, sono oltre due milioni gli immobili registrati dal catasto che scompaiono nelle dichiarazioni dei redditi e oltre un milione quelli che non sono neanche censiti.