Mercoledì 24 Aprile 2024

Carola Rackete è libera, il gip non convalida l'arresto. Salvini: la spediamo in Germania

Per il giudice ha agito "per salvare vite umane". Il vicepremier: "Pessimo segnale, signor giudice". Il prefetto firma l'espulsione, Ma la capitana esulta: "Vittoria della solidarietà"

Carola Rackete è libera: il gip non convalida l'arresto (Ansa)

Carola Rackete è libera: il gip non convalida l'arresto (Ansa)

Agrigento, 2 luglio 2019 - Carola Rackete è libera. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l'arresto della comandante della Sea Watch perché la capitana "ha agito per adempiere il dovere di portare in salvo i migranti". Matteo Salvini furioso in una diretta Facebook: "Ha tentato di ammazzare 5 militari, è una fiaba 'horror', questa giustizia la cambiamo" e il Viminale dispone l'allontanamento. Ma anche l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, si dice sorpreso per la scarcerazione: "Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza in questo caso. Ad ogni modo il tema è la confisca immediata della imbarcazione. Se confischiamo subito la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi". Quanto a lei, Carola Rackete esulta: "Vittoria della solidarietà" e divide il merito con l'equipaggio.

LA DECISIONE DEL GIUDICE - Il gip ha escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ha ritenuto che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una "scriminante" legata all'avere agito "all'adempimento di un dovere", quello di salvare vite umane in mare. Viene meno dunque la misura degli arresti domiciliari decisa dalla procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento.

Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. Secondo il Gip inoltre il decreto sicurezza bis "non è applicabile alle azioni di salvataggio", in quanto riferibile solo alle condotte degli scafisti. E, scrive sembre la Gip, c'è da aggiungere che "il dovere di soccorso dei naufraghi non si esaurisce con la mera presa a bordo dei naufraghi, ma nella loro conduzione al porto sicuro più vicino"

Nell'interrogatorio di garanzia che si è tenuto ieri nel tribunale di Agrigento, la comandante della Sea Watch 3 aveva rivendicato tutte le scelte fatte negli ultimi venti giorni (e cioè dal 12 giugno, giorno in cui la nave battente bandiera Olandese aveva soccorso una sessantina di migranti a 47 miglia dalla Libia). Compresa quella di entrare in porto a Lampedusa, forzando il blocco della guardia di finanza, per far scendere a terra i naufraghi. 

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La rabbia di Salvini

Immedaita la reazione del ministro dell'Interno: "Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera - è il commento di Salvini - Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale". E ancora: "Dalla giustizia mi aspettavo pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani, evidentemente sbagliavo", aggiunge Salvini, che definisce la comandante della Sea Watch "ricca fuorilegge". 

"Tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L'Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita".

Il ministro dell'Interno è un fiume in piena, nell'affollatissima diretta Facebook. "Non ho parole. Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia? Mi vergogno di chi permette che in questo Paese arriva il primo delinquente dall'estero e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro. Se stasera una pattuglia intima l'alt su una strada italiana chiunque è tenuto a tirare diritto e speronare un'auto della polizia. Pessimo segnale, signor giudice". 

E poi l'elenco dei 'nemici': "Esultate cari amici della sinistra - ha aggiunto Salvini - cari Fazio Santoro Saviano Boldrini, intanto noi lavoriamo in silenzio per il bene degli italiani, noi continueremo a fermarli uno per uno e vedremo chi si stufa prima. Ci sarà un giudice in italia - ha proseguito - che avà il coraggio di dire che questi non sono soccorritori, sono complici, assassini, criminali e chi è un assassino e un criminale va in galera in un Paese normale. Confido che ci sarà presto quel giudice. Il posto di quella signorina oggi sarebbe stata la galera, non ce l'hanno concesso. Che almeno ci permettano di metterla su un aereo direzione Berlino. Comunque la cambiamo questa giustizia", ha concluso. 

Carola Rackete: ha vinto la solidarietà

In tarda serata si fa sentire anche la 'capitana': "Sono sollevata dalla decisione del giudice, che considero una grande vittoria della solidarietà con tutte le persone come i rifugiati, i migranti e i richiedenti asilo, e contro la criminalizzazione degli aiuti in molti paesi in Europa". La giovane comandante della Sea Watch 3 si dice "molto commossa per la solidarietà espressa nei miei confronti da così tanta gente. Voglio sottolineare - prosegue - che tutto l'equipaggio della Sea Watch 3 ha reso questo possibile e nonostante che l'attenzione si sia concentrata su di me, è come una squadra che abbiamo tratto in salvo le persone, ci siamo presi cura di loro e le abbiamo portate in salvo". Infine la Rackete rivolge "un grande ringraziamento alla squadra degli avvocati che ha fatto un lavoro fantastico per assistermi". 

FIRMATO L'ALLONTANAMENTO - Il prefetto di Agrigento Dario Caputo, che per tutta la serata è stato in contatto diretto col Viminale, ha firmato intorno alle 22 il provvedimento di allontanamento dall'Italia nei confronti della comandante della Sea Watch Carola Rackete. La decisione è stata presa dopo avere approfondito i profili amministrativi della vicenda. Il provvedimento del prefetto dovrà essere convalidato dall'autorità giudiziaria. In un primo momento la prefettura aveva smentito di aver firmato l'allontanamento: sembrava intenzionata ad attendere l'interrogatorio della comandante, che è indagata per favoreggiamento, prima di decidere sulla questione.

Le misure non saranno comunque operative senza il nulla osta della procura della Repubblica che potrebbe opporsi sostenendo esigenze legate a "ragioni di giustizia" visto, in particolare, che la comandante di Sea Watch è sottoposta a due procedimenti penali e, il prossimo 9 luglio, dovrà tornare ad Agrigento per rendere interrogatorio in qualità di indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

La Ong: ora bisogna fare luce

Dal canto suo la Ong esulta, e sui social la portavoce Giorgia Linardi posta tutta la sua gioia: "Bene. E ora, avanti! E' nostro interesse che attraverso le indagini si faccia luce su ogni singolo punto di questa vicenda e sull'attacco all'azione umanitaria in mare".

 

La Rackete, 31 anni, era indagata per resistenza a pubblico ufficiale e resistenza con violenza nei confronti di una nave da guerra dopo che la Sea Watch ha speronato la motovedetta delle fiamme gialle. "Mi ero resa conto dell'ormeggio in banchina della motovedetta ma credevo sinceramente che i finanzieri si spostassero mentre io mi avvicinavo - si è difesa Carola -. Ho commesso un errore, non volevo colpirli".

Nel colloquio col giudice, durato poco meno di tre ore, la Rackete è stata "collaborativa, serena ed estremamente lucida", avevano ammesso i pm. Il procuratore Luigi Patronaggio e l'aggiunto Salvatore Vella ieri hanno chiesto la convalida dell'arresto, ritenendo che la manovra di "schiacciamento" sulla banchina della motovedetta sia stato fatto "con coscienza e volontà". Patronaggio ha anche dichiarato che non sussisteva nessuno stato di necessità che giustificasse la scelta di violare il decreto sicurezza bis ed entrare a Lampedusa perché "la Sea Watch aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza". In ogni caso, per il magistrato, era sufficiente il divieto di dimora ad Agrigento come misura cautelare. 

​La Sea Watch ad Agrigento

Intanto, la Sea Watch 3, sotto sequestro da sabato mattina, ha lasciato oggi Lampedusa. La nave da 600 tonnellate, scortata dalle motovedette della Guardia di finanza, si è diretta al porto di Licata (Agrigento). Qui resterà sotto sigilli per consentire ulteriori accertamenti tecnici della Procura.