Giovedì 16 Maggio 2024
MASSIMO SELLERI
Cronaca

Il cardinale Zuppi e Gino Cecchettin: “Amore è rispetto”

L’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei dialoga con il papà di Giulia, assassinata a fine 2023

Gino Cecchettin, padre di Giulia, e monsignor Matteo Zuppi

Gino Cecchettin, padre di Giulia, e monsignor Matteo Zuppi

Bologna, 6 maggio 2024 – Per uscire dalla dinamica perversa per cui l’amore si trasforma prima nel desiderio di possesso e poi nella violenza è essenziale ritrovare il vero significato del legame uomo-donna. L’indicazione arriva dal cardinale Matteo Zuppi ma, per stessa ammissione del presidente della Cei, il percorso è tutto in salita perché occorre una un’azione etica, culturale e pure di prevenzione per ritrovare i valori della reciprocità, del dono di sé, della progettualità condivisa, del mutuo sostegno, e del rispetto che stanno alla base di una relazione basata sull’amore vero e non su qualche surrogato distorto che porta a pensare che tutto si possa piegare alla propria volontà.

“Nell’amore l’altro diventa mio proprio perché non lo posseggo – ha spiegato l’arcivescovo – ma perché l’altro è libero di amarmi. In questo c’è un grande insegnamento evangelico: l’amore unisce chi ama con chi è amato e questa unione non è mai in un rapporto distruttivo. Bisogna non avere paura di affrontare la fatica necessaria per ricostruire una comunità che ritrovi la bellezza di questa relazione e che abbia coscienza del fatto che l’offesa alle donne è sempre una offesa alla vita".

Zuppi è tornato sull’argomento del femminicidio durante un dialogo con Gino Cecchettin dal titolo Quello che ho imparato da Giulia, un confronto che ha anticipato uno dei temi principali del prossimo festival francescano. Nelle parole che esprimono la sofferenza di un padre che ha perso la figlia, uccisa dall’ex fidanzato, si nasconde anche il tentativo di dare un senso a una scomparsa che non può averne, per fare in modo che si faccia davvero qualcosa per fermare i soprusi e gli omicidi. "Ho la sensazione che quando dai più diritti a una persona o ad un genere di persone gli altri abbiano meno diritti – sono le parole di Cecchettin –. Il fatto di avere la parità tra maschi e femmine non significa che i maschi abbiano meno libertà e possiamo applicare lo stesso ragionamento in tante altre fasi e tanti altri aspetti della società. Questi retaggi, però, che ci arrivano in anni e anni di educazione maschilista fanno sì che a oggi queste visioni vengano attaccate e non condivise. Anche nel linguaggio tante espressioni come ‘tu sì che sei un uomo’ o ‘non fare la femminuccia’ fanno nascere un bambino convinto di essere più di una donna. Questo va sradicato e va destrutturato e cambiato il modo di pensare ".

L’uccisione di Gulia colpì profondamente anche papa Francesco, tanto che il pontefice volle far arrivare personalmente il suo conforto alla famiglia Cecchettin attraverso il cardinal Zuppi.