Venerdì 26 Aprile 2024

Carabiniere ucciso, Natale Hjort: "Negli Usa sarei fuori su cauzione"

Il giovane americano ha incontrato una delegazione del Partito Radicale nel cacere di regina Coeli

Gabriel Christian Natale Hjorth (Ansa)

Gabriel Christian Natale Hjorth (Ansa)

Roma, 18 agosto 2019 - "In America c'è un sistema diverso e probabilmente non sarei stato in cella, sarei uscito su cauzione". Queste le parole di Christian Gabriel Natale Hjort, il giovane americano accusato di concorso in omicidio per la morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Il 19enne, finito suo malgrado al centro di aspre polemiche per essere stato bendato e fotografato in caserma, si trova da un mese recluso nel carcere di Regina Coeli, come l'amico Finnegan Lee Elder.

"Natale Hjort non si è lamentato delle condizioni in cella, ci è sembrato invece molto incuriosito della nostra iniziativa. Avendo i genitori lontani, ci ha detto che li rivedrà probabilmente a settembre", riferisce Irene Testa, tesoriera del Partito Radicale che oggi si è recata nella struttura detentiva romana nell'ambito dell'iniziativa 'Ferragosto in carcere'

A lamentare invece "evidenti criticità" sul carcere sono invece proprio i Radicali che, con la loro iniziativa, intendono proprio fare un check sulle condizioni di detenzione negli istituti penitenziari italiani per renderli più trasparenti.  Prima tra tutte il sovraffollamento: a Regina Coeli - spiega sempre Testa - ci sono oltre 1.000 detenuti a fronte di una capienza di 616 posti letto. "E' un carcere vecchio, ci sono reparti davvero fatiscenti, le celle sono molto piccole (tre metri quadri con più letti a castello). In alcune ci sono muri davanti alla finestra. Troppi detenuti e pochi agenti penitenziari", sottolinea ancora Testa che chiede "una vera riforma della Giustizia".