di Nino Femiani "Il campo largo? Una chiacchiera, un obiettivo tattico rivestito di paroloni". Claudio Velardi, esperto di comunicazione, presidente della Fondazione Ottimisti & Razionali oltre ad aver collaborato a lungo con Massimo D’Alema da capo ufficio stampa e da consigliere politico durante l’esperienza di governo a Palazzo Chigi, non è indulgente con quella che viene indicata come la prospettiva politica per Pd e M5s. Più che un campo largo sembra essere un campo minato, viste le polemiche di questi giorni. "L’idea del campo largo – che non è di Letta, ma di Zingaretti e Bettini – ha sempre avuto un contenuto paradossale, basato su una evidente doppiezza". Quale? "In pubblico il Pd dice che bisogna fare un’alleanza perché Giuseppe Conte era un grande leader. In privato il Pd sogna di cooptare il M5S, di farne un solo boccone, di spegnerlo. E non c’è voluto molto perché i Cinquestelle si sono mossi in maniera talmente piatta e banale che sono arrivati al suicidio da soli, senza neppure l’assistenza del Pd". Non è troppo severo con i Cinquestelle e con il suo leader? "Conte gode di una leadership e di un consenso totalmente virtuale ma che ancora persiste. È il ricordo del consenso che si era guadagnato durante le dirette Facebook all’epoca del Conte 1 e 2". Le dirette del Dpcm… "Tanti italiani pendevano dalle labbra di quest’uomo. Con la fine delle dirette le cose sono profondamente cambiate perché il Conte-politico ha inanellato un errore dopo l’altro arrivando continuamente allo scontro con il Pd". Si riferisce alla candidatura della Belloni al Quirinale? "Il Quirinale è stato il momento cruciale, ma già con l’arrivo di Draghi, Conte non ha più svolto un ruolo politico significativo. Dal momento in cui è stato disarcionato dal governo, attraverso una manovra in cui Renzi ha avuto un ruolo importante, si è trovato privo della leva ...
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