Mercoledì 24 Aprile 2024

Caccia e navi nucleari, l’offensiva di Mosca

Avvistati aerei da guerra al confine ucraino e la flotta tattica nel Baltico. Kiev: "Il grande attacco è già iniziato". Ma gli Usa frenano

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L’offensiva di primavera è già cominciata. Ne è convinto il governo ucraino, che lancia l’allarme da giorni. Lo testimoniano i segnali raccolti dai servizi segreti occidentali, che parlano di caccia di Mosca al confine ucraino e di navi equipaggiate con armi nucleari tattiche nel Baltico. Secondo il Financial Times, che cita due funzionari dell’intelligence, i russi stanno ammassando aerei ed elicotteri da guerra alla frontiera con Kiev.

Negli incontri con i Paesi alleati che sostengono Kiev, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, sottolinea la minaccia della forza aerea russa. "Abbiamo una breve finestra di tempo per aiutare gli ucraini a prepararsi all’offensiva. Le forze terrestri russe sono piuttosto alle corde, quindi è probabile che punteranno sugli aerei", riferisce un alto esponente americano. Poi, però, è lo stesso Austin a frenare al termine della riunione del formato Ramstein a Bruxelles: "Non vediamo che la Russia stia ammassando forze aeree per lanciare un’offensiva, però certamente Mosca continua ad avere grandi capacità in termini di aviazione".

Ma il pericolo arriva anche dal mare. La Russia ha iniziato a dispiegare navi tattiche con armi nucleari nel Mar Baltico, per la prima volta negli ultimi 30 anni, afferma il servizio di intelligence norvegese nel suo rapporto annuale citato da Politico. "La parte fondamentale del potenziale nucleare è sui sottomarini e sulle navi di superficie della Flotta del Nord", osservano gli 007 di Oslo aggiungendo che le armi nucleari tattiche sono "una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti". Le navi da guerra della Flotta del Nord andavano regolarmente in mare con armi nucleari durante l’era della Guerra Fredda, ma questa è la prima volta che la Federazione Russa fa la stessa cosa, osserva il report.

La giornata di ieri si preannuncia complicata fin dal mattino. Gli F-35 olandesi di stanza in Polonia si alzano in volo all’alba per intercettare e tenere a bada tre aerei russi nell’area di Kaliningrad. Non solo: lo spazio aereo della Moldavia viene chiuso (e poi riaperto) nel timore che un drone non identificato sorvoli il Paese. La tensione sale, insomma, legittimando gli appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che continua a chiedere gli F-16 agli alleati.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ribadisce che si può parlare di tutto ma che poi sono cose poco ‘sexy’ come "munizioni" e "logistica" a fare la differenza. "Prima di considerare l’invio di nuove piattaforme è cruciale consegnare i tank, i veicoli blindati, e in generale ciò che è stato promesso sinora, assicurandosi l’integrazione dei mezzi sul campo di battaglia", precisa. Il capitolo munizioni in particolare è dolente. Gli alleati non ne producono abbastanza, sia che si tratti di artiglieria o di contraerea. Stoltenberg quindi annuncia nuove linee guida (si prevedono obblighi di stock più alti) e Borrell ha ventila l’ipotesi di usare lo European Peace Facility per acquisti comuni per le donazioni a Kiev. Si parla anche dei jet, ma gli alleati non sono ancora pronti. Per ora le priorità sono altre.

Alberto Pieri