Venerdì 26 Aprile 2024

Bruciata viva a 18 anni, il video choc in aula

Le immagini mostrate al gip incastrano l’ex fidanzato. Il giovane in cella per omicidio ha sempre negato di averla data alle fiamme

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di Nino Femiani

Un video choc con gli ultimi istanti di vita di Roberta Siragusa, la 18enne bruciata viva a gennaio in una zona di campagna adiacente al capo sportivo di Caccamo (Palermo). Immagini brutali che testimoniano quanto sia stato feroce l’omicidio della giovane, prima picchiata poi data alle fiamme. Il filmato, depositato nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip di Termini Imerese, riprende un uomo che colpisce la diciottenne con pugni e pietre, poi non contento di averle fatto perdere i sensi, le dà fuoco, molto probabilmente quando la ragazza è ancora viva. Imputato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere è l’ex fidanzato della vittima, Pietro Morreale, 19 anni, che dopo aver dato sfogo al suo intento omicida ha gettato il cadavere in un dirupo. Nel video si vede un uomo che versa benzina sul corpo di Roberta, stordita dalla botte. Un video traumatizzante perché scandisce gli ultimi attimi di vita della giovane donna, morta dopo interminabili minuti di agonia. Il decesso, infatti, sarebbe intervenuto dopo 4-5 minuti di strazio. Le immagini depositate davanti al gip sono state girate dalle videocamere piazzate fuori a un bar vicino allo stadio. Si vede chiaramente il corpo di una persona prendere a fuoco, e un uomo che poi allontana a bordo della macchina di Morreale.

Subito dopo frena, posteggia l’auto e osserva il corpo di Roberta bruciare. Subito dopo carica il cadavere nel bagagliaio e lo getta nel dirupo vicino il monte San Calogero. Come un sacchetto della spazzatura. "Il consulente tecnico d’ufficio ha spiegato che la morte di Roberta Siragusa è stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampie parti della superficie corporea", dicono, riportando le parole del medico legale, gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone al termine dell’incidente probatorio. "I dati raccolti permettono di escludere l’ipotesi del suicidio o della morte accidentale", aggiungono i due avvocati con accanto i genitori e il fratello di Roberta, sempre presenti in aula. La difesa di Morreale sembra così smentita dalle immagini. Il ragazzo finora aveva detto che Roberta si era versata il liquido sugli abiti e si era data alle fiamme per ribellarsi alla sua gelosia troppo possessiva. Ai genitori il diciannovenne aveva anche riferito di aver tentato di soccorrere la vittima, cercando di spegnere le fiamme, ma che era svenuto. Quando si era ripreso, particolarmente turbato, aveva però deciso di abbandonare il cadavere e tornare a casa. In carcere Morreale ha tentato il suicidio: dandosi fuoco con dei rotoli di carta igienica.