Giovedì 25 Aprile 2024

Filtri automatici per bloccare il porno online. Offensiva della Lega: proteggere i minori

Spunta l’imposizione di un parental control su tutti i contenuti internet, disattivabile solo dal titolare del contratto di accesso alla rete Parere favorevole anche alla Camera per non far scadere i termini del decreto. Gli esperti di diritto del web: rischio censura

Proposta per bloccare i siti a luci rosse

Proposta per bloccare i siti a luci rosse

Un filtro anti-pornografia per bloccare l’accesso a contenuti ‘hot’ da telefonini, pc e tablet, imposto direttamente dagli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche, e rimuovibile solo sotto espressa richiesta del titolare dell’utenza. Così la Lega pensa a proteggere i minori dai rischi del cyberspazio attraverso il ‘parental control’. Il Carroccio ha infatti inserito un articolo, il 7-bis dal titolo ‘Disposizioni in materia di sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio’, al disegno di legge di conversione del decreto-legge 28 del 2020, quello che proroga all’1 settembre 2020 il termine a partire dal quale la riforma della disciplina delle intercettazioni troverà applicazione. "I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica - si legge nell’emendamento - devono prevedere tra i servizi pre attivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto".

La proposta, a parere della maggioranza, poteva essere occasione di un dibattito parlamentare che, invece, non avverrà. Al momento il testo è consegnato alla commissione competente alla Camera, prima del passaggio in Aula e il tempo non consentirà modifiche, perché va chiuso tutto entro il 29 giugno, quando scadono i termini di conversione della legge. Essendo un decreto del governo, la sua decadenza potrebbe aprire a una crisi nella maggioranza e per evitare insidie, l’articolo in questione incasserà un parere formalmente favorevole da parte della Commissione Trasporti, nonostante lo scetticismo dei suoi componenti: "Chiediamo però al governo - ha spiegato Enza Bruno Bossio (Pd) segretario della commissione - di non rendere il testo immediatamente attuativo; non prima di un passaggio con gli operatori". Dalla Lega, invece, applaudono: "Sarà un filtro a tutto campo - ha commentato il senatore Simone Pillon del Carroccio - è stata accolta la mia proposta, che rappresenta la cosa che mi sta più a cuore: l’introduzione dell’obbligo per i fornitori di device di pre installare gratuitamente sugli apparati un filtro per bloccare contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori". "Spero che in tal modo – aggiunge – siano messi in sicurezza i tanti bambini che, come i miei, hanno ormai quotidiano accesso a internet vista anche la necessità della didattica a distanza".

«Vista così - spiega però l’avvocato Fulvio Sarzana, specializzato in diritto del web - sembra solo una cosa buona, ma all’estero tentativi simili si sono scontrati con problemi insormontabili e il grosso rischio di favorire solo la censura di internet; una legge simile è stata bloccata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti ed è stata sospesa indefinitamente nel Regno Unito". «È palese un grave danno alla libertà di espressione e di accesso alle informazioni - conferma Stefano Quintarelli, noto esperto di questioni legate alla rete (membro italiano del gruppo degli esperti sull’intelligenza artificiale per la Commissione europea) - la norma è inapplicabile, chi stabilisce cosa sia un contenuto inappropriato?". E persino l’Aduc si mette di traverso: "Sarà interessante verificare chi stabilirà (e quali saranno) i criteri dei contenuti da inserire in queste liste - si legge in un comunicato dell’associazione dei consumatori - rispetto a quale morale, quale ideologia, quali comportamenti; è evidente che la tutela dei minori non regge, ecco perché per noi ci sta invece proprio bene lo slogan ‘porno libero in libero Stato’". La battaglia è appena iniziata.