Venerdì 26 Aprile 2024

Berlusconi torna al Centro, intesa Renzi-Toti

Il Cavaliere vuole aggregare i moderati, ma l’orizzonte resta il centrodestra. Italia viva e Cambiamo formeranno un gruppo unico al Senato

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Silvio Berlusconi ha deciso di tornare sulla scena. Lo aveva detto e lo ha fatto. L’obiettivo, esplicito nell’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera, è quello di rivendicare la centralità di Forza Italia e, insieme, di favorire l’aggregazione delle forze moderate, senza le quali "non si vince". L’orizzonte politico, però, resta quello che il centrodestra, da lui fondato, "non è morto". Il leader di FI vuole ancora essere punto di equilibrio di una coalizione da ricostruire, non da affondare. Ma questo è il futuro, anche perché le sirene centriste suonano forti, tra i suoi, specie all’interno dell’ala liberal di Carfagna e Brunetta.

Innanzitutto, Berlusconi, però, punta a garantire "la stabilità" del governo, fa capire che ci potrebbero essere innesti di figure esterne alla politica nella tolda di comando di FI. E, ovviamente, rivendica la scelta di Mattarella, il cui discorso "sta ad indicare che abbiamo fatto la scelta giusta". Insomma, lontano anni luce, ormai, dalla Meloni e da Fratelli d’Italia, sembra voler prendere le distanze anche da Salvini. A tal punto che di ventilate (dalla Lega) federazioni per dare vita al Partito Repubblicano all’italiana non dedica un rigo. Il Cavaliere si limita a dire che "sono favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco del PPE, di cui siamo orgogliosamente espressione in Italia". E aggiunge: "La storia di Renzi è diversa, un giorno forse deciderà dove vuole approdare".

Antonio Tajani, in un’altra intervista, ribadisce che "il centrodestra esiste ancora, perché è maggioritario nel Paese, ma dovrà essere rinnovato". Anche il coordinatore nazionale di Forza Italia boccia "le fusioni a freddo", quella con la Lega, cioè, ma sia lui che il Cav si rifiutano di parlare di legge elettorale, trincerandosi dietro il refrain che "le priorità del Paese e degli italiani sono altre".

Il paradosso è che molto si muove, nella galassia centrista, e anche a prescindere dal dibattito sulla legge elettorale e dalla ‘voglia matta’ che sta contagiando molte forze politiche, Pd incluso, di introdurre un sistema proporzionale con sbarramento che tale aggregazione può favorire. Il gruppo di Renzi, Italia Viva, e i totiani di Cambiamo sono a un passo dal formalizzare un’intesa definitiva. Prevede la nascita di un gruppo unico al Senato, unendo i 15 senatori di Italia Viva ai nove di Idea-Cambiamo, oggi nel gruppo Misto mentre, alla Camera, esistono già due gruppi autonomi (29 i deputati di Iv, 21 quelli di Toti), che si limiterebbero a un patto di unità d’azione. Ci sarebbe anche già il nome, "Italia al centro", che verrà formalizzato quando, a fine febbraio, Iv terrà la sua Assemblea nazionale e i totiani faranno i passi necessari per la federazione. Insomma, al di là di alcuni dissensi, pronti a esplodere (gli ex dem di Iv non sono d’accordo, alcuni totiani potrebbero rientrare dentro FI), si tratta di avere a disposizione una massa di manovra di 74 parlamentari che, come ha già annunciato Emilio Carelli, potrebbe anche chiedere posti al governo (un rimpastino, cioè), pur se accontentandosi di qualche sottosegretario.

La sirena neocentrista preoccupa un po’ tutti. Sia il Pd, che rischia di perderci in centralità, sia il centrodestra, mentre nei 5 Stelle sono ancora tutti presi dalla guerra interna tra Di Maio e Conte, anche se si vocifera che proprio il ministro, se venisse messo ai margini dal M5s, potrebbe essere interessato a dialogare con quest’area. Chi lancia l’anatema, ovviamente, è Salvini: "Io non sono per il toto-Casini e toto-Renzi. Se qualcuno vuole rifare la Dc è liberissimo di farlo. Il centrodestra è maggioranza nel Paese, ha il dovere di mettersi insieme. Ma se qualcuno dice una cosa e ne fa un’altra come sul presidente della Repubblica non possiamo far finta di nulla". L’avviso ai neocentristi, dunque, è già stato mandato.

Ettore Maria Colombo