Venerdì 26 Aprile 2024

Berlino fa da sola A Macron serve avvicinare Roma

Giovanni

Serafini

I commenti della stampa sono eloquenti. "Un governo rassicurante per i partner europei", scrive Le Monde. "Uno staff di persone competenti e affidabili", aggiunge il Figaro. I giornali della gauche, che fino a ieri esprimevano avversione nei confronti del partito "post fascista" della Meloni, oggi non fanno più una piega. Sembra passato un secolo dalle dichiarazioni della ministra per gli Affari europei Laurence Borne, che il 7 ottobre scorso aveva annunciato una "estrema vigilanza nei confronti dell’Italia". I francesi, primo fra tutti il presidente Macron, sanno che è loro interesse andar d’accordo con l’Italia, e viceversa. Ne hanno più che mai bisogno in questo periodo difficile, con la Gran Bretagna in crisi per la Brexit e la Germania che troppo spesso tende a giocare in proprio. C’è una guerra nel cuore dell’Europa. C’è la crisi del gas e dell’economia. C’è il rischio di una nuova pandemia. Non è il momento di restare soli. Ovvio che Macron si dica "pronto" a lavorare con la premier Meloni e ad incontrarla, sia a Roma (dove arriverà oggi) che all’Eliseo. L’indebolimento dell’asse franco-tedesco lo spinge in modo naturale a fare squadra con Roma. Del resto nel quadro della costruzione europea voluta dai padri fondatori - da Monnet a De Gasperi, da Schumann a Spinelli - l’apporto franco-italiano è sempre stato determinante. Certo, i rapporti con i cugini transalpini sono stati complicati fin dai tempi in cui Giulio Cesare conquistò la Gallia: una lunga storia di amore e odio, dispetti e sospetti, rivalità e reciproca ammirazione. Ma dopo la visita del presidente Mattarella a Parigi (luglio 2021) e l’incontro MacronDraghi due mesi dopo a Marsiglia, il "riavvicinamento" fra i due paesi si è consolidato. L’arrivo di Giorgia Meloni si situa nella stessa direzione. Le liti appartengono al passato. C’è un futuro da costruire. In fretta.