Venerdì 26 Aprile 2024

Becciu e i veleni (in chat) sul Papa "Vuole la mia morte, non pensavo"

Il cardinale è sotto inchiesta per associazione a delinquere, il messaggio inviato alla cognata nel 2021

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di Nina Fabrizio

Si fa sempre più pesante la posizione del cardinale Angelo Becciu, ex potente della prima ora della Curia di Francesco e ora sotto processo per la gestione opaca di fondi top secret della Segreteria di stato e la compravendita di un lussuoso palazzo a Londra. Come se non bastasse la moltiplicazione dei capi d’accusa nei suoi confronti – con l’apertura di un nuovo filone per associazione a delinquere legata alla gestione della cooperativa Spes operante in Sardegna grazie a fondi Cei e gestita dal fratello Antonino –, la stessa reputazione del tuttora cardinale, seppur privato dei diritti e delle prerogative connesse, sembra tragicamente appannarsi con l’ultima rivelazione emersa dal dibattimento. Le chat di famiglia. "Vuole la mia morte… non pensavo arrivasse a questo punto", scrive Becciu confidandosi con la cognata Giovanna Pani il 22 luglio scorso, proprio due giorni prima che con l’aiuto di questa e di una nipote registrasse una telefonata fraudolenta allo stesso Francesco.

Nella chat la Pani, una donna minuta, solita mettere sù il sugo già alle 9 del mattino anche in pieno agosto e considerata una specie di matrona nella numerosa famiglia dei Becciu, lo invita ad avere coraggio: "Vedrai che la verità trionferà". Ma Becciu reagisce sconsolato: "Per ora sono loro a trionfare e a trafiggerci!". "Ma la vittoria sarà degli onesti", ribatte lei. Poi è di nuovo Pani, compagna di Antonino, a scrivere al cardinale: "È cattivo, vuole la tua fine", riferendosi a "su’ Munnu", cioè "il Maggiore". Becciu risponde: "Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato". E ancora: "Mai avrei immaginato che non un Papa ma che un uomo arrivasse a tanto". La cognata quindi gli risponde: "È un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno", "c’è del marcio in Vaticano".

Becciu, da quando è iniziato il processo è stato presente a tutte le 37 udienze. Ha sempre ribadito di volersi rimettere diligentemente al giudizio dell’istituzione penale vaticana e ha mostrato ad ogni “puntata” un atteggiamento collaborativo e tutto sommato fiducioso circa la possibilità di affermare la propria innocenza. Ma in questi giorni le nuove prove portate dall’accusa grazie alla trasmissione in Vaticano di un nuovo fascicolo della Guardia di finanza di Oristano passato dal tribunale di Sassari, lo hanno choccato e abbattuto. "Difficile si faccia vedere di nuovo a una cerimonia in san Pietro", il commento più gentile circolato tra i Sacri Palazzi.