Mercoledì 24 Aprile 2024

Basta ipocrisia L’economia etica è insostenibile

Michele

Brambilla

Siamo tutti d’accordo sulle sanzioni alla Russia ma, come diceva Longanesi, non appoggiatevi troppo ai princìpi, perché si piegano. E cioè: prima di dire che siamo inflessibili con Putin perché è un mascalzone, vediamo con chi continuiamo a fletterci. Ad esempio. L’Italia, prima della guerra in Ucraina, importava dalla Russia il 38 per cento del suo fabbisogno di gas metano. Adesso che dalla Russia non si può più per “motivi etici”, da chi lo importeremo? Abbiamo già trovato i sostituti fra alcuni campioni di democrazia: Algeria, Libia, Mozambico, Angola, Azerbaijan.

Nel 1976 l’Italia del tennis doveva giocare la finale di Coppa Davis in Cile e il direttore della Gazzetta dello Sport scrisse che in Cile non ci si doveva andare perché c’era Pinochet. Avevo 17 anni e gli scrissi una lettera protestando: se dovessimo tagliar fuori chi viola i diritti umani – obiettai – non dovremmo più fare né sport né affari con mezzo mondo. Mi diede dell’ingenuo, ma forse è ingenuo chi crede che noi occidentali, che amiamo la democrazia, non scendiamo mai a compromessi con chi non la ama. L’Italia esporta per 516 miliardi di euro e importa per 466 (dati 2021): tutti con Paesi virtuosi? Dalla Cina, per dire, importiamo prodotti elettronici per 5,5 miliardi, tessili per 4, macchinari per 3,7.

E vogliamo parlare di armi? Chi produce armi da guerra deve essere autorizzato dal governo e la legge 18590 dice che è vietata la vendita "verso Paesi responsabili di violazione dei diritti umani". Nel 2019 il primo Paese verso il quale abbiamo esportato armi è stato l’Egitto (ricordate Giulio Regeni?). E non mancano Emirati Arabi, Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Pakistan.

Le sanzioni alla Russia sono giuste, ma lo sono per realismo e per opportunità politica contingente, non per etica e superiorità morale, perché le guerre ci sono sempre state e gli affari si sono sempre fatti: sarà anche brutta, ma la storia del mondo è questa, e non c’è spazio per l’ipocrisia.