Venerdì 26 Aprile 2024

Auto in fiamme contro Capitol Hill Tensioni e attentati: polveriera Usa

Dopo l’assalto del 6 gennaio 2021 a Washington torna la paura. Sostenitori di Trump scatenati dopo il blitz Fbi

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di Cesare De Carlo

Ma che sta accadendo in questa America polarizzata, divisa, sfiduciata come nemmeno sotto il democratico Jimmy Carter? All’alba di ieri un uomo ha dato fuoco alla sua auto, l’ha lanciata contro le barriere protettive del Capitol Hill (Campidoglio), sede del Congresso, ne è uscito sparando in aria, poi si è puntato l’arma alla gola e si è ucciso. Tutto in meno di un minuto. Avrebbe detto più tardi il capo della Metropolitan Police: "Non abbiamo avuto il tempo di intervenire".

Chi era? Presumibilmente uno squilibrato, come quello che il 2 aprile di un anno fa, ebbe la stessa idea. Con una differenza: accoltellò i poliziotti. Ne uccise uno e ne ferì un altro. Nessuna motivazione. Quale è quella dello sparatore di ieri? In attesa di saperlo grande è l’impatto su un’opinione pubblica disorientata dalla presidenza del democratico Joe Biden. Nei sondaggi tre americani su quattro affermano che la nazione va nella "direzione sbagliata". Due su tre che Biden non ha la competenza e la lucidità per continiuare a guidarla. Ma uno dei difetti del sistema presidenziale all’americana è che se hai eletto un incompetente o uno squilibrato o un malato te le devi tenere per quattro anni. Con la possibilità di ritrovartelo candidato per un secondo mandato.

Bene, anzi male. Un anno e mezzo fa la presidenza del democratico Biden era iniziata sotto i peggiori auspici. La sua vittoria era contestata. Lo sconfitto, il repubblicano Donald Trump, lamentava brogli elettorali in diversi Stati governati dai democratici. E fu lui a indire la drammatica protesta del 6 gennaio 2021. Una folla inferocita diede l’assalto al Campidoglio che si apprestava a certificare il risultato delle elezioni. Trump non fece nulla per calmarla. Il Sancta Sanctorum della democrazia americana venne devastato. I parlamentari erano asserragliati nei loro uffici mentre la polizia combatteva i manifestanti. Non era mai accaduto dal 24 agosto 1814. Ma allora gli appena formati Stati Uniti erano in guerra con l’Inghilterra che ancora non si era rassegnata alla perdita della grande colonia.

Ora gli Stati Uniti sono in guerra con se stessi. Un anno e mezzo fa Trump distrusse in quattro ore il bilancio, peraltro positivo, di quattro anni. Ma poi i democratici hanno imbastito un processo parlamentare per accertare se Trump dovesse essere chiamato a rispondere di sedizione e alto tradimento. La tensione aumenta. Si nutre anche dei fallimenti dell’amministrazione Biden. Tensione, veleni, clima esplosivo.

Due settimane fa l’Fbi ha condotto un raid notturno con guardie armate e senza preventiva autorizzazione nella villa di Trump in Florida. Ha sequestrato undici scatoloni di documenti. Documenti segreti o già declassificati? I sostenitori di Trump – e sono ancora molti – parlano di metodi da Gestapo. I due incidenti, quello di ieri e quello di un anno fa, hanno una qualche correlazione? Probabilmente sì. Forse non lo sapremo mai. L’unica cosa certa è che l’America di oggi è irriconoscibile e frastornata. E i cattivi della Terra lo sanno. Amen!

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