Mercoledì 24 Aprile 2024

Ammazza la madre a calci E poi chiama i carabinieri

Tra il ragazzo disoccupato e la casalinga i rapporti erano diventati molto tesi. Si indaga sul movente

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AICURZIO (Monza)

Lo scoppio d’ira, i pugni, i calci e poi il silenzio. Il figlio uccide la madre ad Aicurzio, tragedia in un piccolo centro alle porte di Monza. Lui è Davide Garzia, ha 24 anni, è disoccupato, lei è Fabiola Colnaghi, 58, casalinga. I due vivono in un appartamentino a due passi dal cimitero, qui passa poca gente. Il palazzo è impacchettato per il Superbonus, nessuno ha sentito niente. Forse perché è successo tutto in fretta. I vicini, sotto choc, ricordano a voce bassa qualche lite, ma l’avevano liquidata con un normale ménage familiare. E invece ieri alle 12.30 è successo l’imponderabile. La scena del delitto parla chiaro ai carabinieri: la discussione degenera, uno schiaffo diventa un pugno in faccia, poi un altro e un altro ancora. Saranno gli esami a confermare la ricostruzione. La donna cade a terra. Non respira più. È lo stesso omicida che chiama il 112: "Ho ucciso mia madre. Venite". Ha aspettato le pattuglie in salotto. Ha agito di impulso, gli occhi allenati degli investigatori mettono in fila il quadro. La casa è pulita e ordinata, nulla è fuori posto tranne il corpo della vittima. L’abitazione racconta una vita dignitosa, sacrifici e piedi per terra. Agli amici e ai familiari gli investigatori chiedono i motivi dell’attrito, forse alla base di tutto c’è la difficoltà del figlio a trovare la propria strada. Si scava nel rapporto fra i due, Fabiola era rimasta vedova durante la separazione dal padre di Davide e adesso aveva un nuovo compagno, era tornata a sorridere. Qualunque difficoltà avesse con quel ragazzo tanto amato non era tale da toglierle la voglia di darsi da fare per gli altri. Poche ore prima dell’aggressione aveva postato sulle pagine social del paesino la richiesta di un recapito al quale indirizzare soldi e vestiti per i profughi ucraini. Un post pieno di delicatezza di un’anima gentile. Garzia è stato sentito dal pm in caserma a Vimercate. Durante l’interrogatorio ha ricostruito il pestaggio e il legame con la mamma. "È una tragedia destinata a lasciare il segno in una comunità di 2mila anime dove ci conosciamo tutti", dice il sindaco Matteo Baraggia.

Barbara Calderola