Perugia, 7 dicembre 2014 - L’ALLARME arriva direttamente dal gruppo Polizia Locale della Uil: «L’intero soffitto della rimessa auto della Municipale – sostiene l’organizzazione sindacale – è costituito da lastre di eternit o comunque da materiale in cui è presente l’amianto».
UNO SPAURACCHIO non di poco conto, considerando i pericoli che la presenza di eternit comporta: «Siamo certi che ormai sia ben consolidata la certezza che questo materiale – ribadisce la Uil – rappresenti un reale rischio per la salute e che possa comportare anche malattie gravi che possono manifestarsi dopo molti anni dall’esposizione. I rischi dovuti all’uso dell’amianto derivano dal possibile rilascio di fibre microscopiche dai materiali all’ambiente. Queste fibre disperse in aria possono essere inalate dall’uomo e le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all’apparato respiratorio. L’amianto è stato riconosciuto come un cancerogeno certo per l’essere umano».
IL COMANDANTE dei vigili urbani perugini, Nicoletta Caponi, replica però con parole rassicuranti: «Sì – ammette – il tetto della struttura era in eternit ma nel 2003 sono stati effettuati dei lavori di bonifica, ogni anno nell Piano Operativo di Miglioramento chiedo lumi sulla questione ai nostri tecnici del Servizio Protezione Lavoro, i quali mi confermano che la situazione è assolutamente sotto controllo. Anzi, i tecnici mi hanno anche spiegato che l’amianto presente sul tetto è stato sottoposto a un processo detto di ‘incapsulamento’. In più vengono effettuati periodicamente dei controlli che prevedono il prelievo e il controllo delle polveri. Questio monitoraggio ha sempre dato esito negativo. Io – conclude la Caponi – non sono un tecnico, per cui mi fido di quello che dicono i nostri esperti. Non ritengo che la mia salute sia messa a rischio e lo stesso posso dire per gli altri vigili urbani in servizio a Perugia».
A SCANSO di equivoci, comunque, la Uil Fpl regionale «unitamente al Gruppo Aziendale della Uil-Fpl chiede la rimozione del materiale con presenza di amianto».
Luca Vagnetti