Mercoledì 24 Aprile 2024

All’Onu la democrazia è in minoranza

Cesare

De Carlo

Ci voleva l’Ucraina per accorgersi che l’Onu è una presa in giro? Costosa, perché in 77 anni ha ingoiato mezzo trilione di dollari (500 miliardi). L’Italia con 700 milioni all’anno è l’ottavo contribuente. Briciole rispetto ai 12 miliardi degli Stati Uniti, che in cambio si ritrovano sistematicamente in minoranza. E per fortuna che nel Consiglio di Sicurezza godono del diritto di veto. Ma il punto non è questo. Non è lo sperpero di denaro pubblico. Non sono i 41 mila dipendenti di New York o in missione nel mondo. Il punto è la sua irrilevanza. Quando nacque Dag Hammarskjoeld, il secondo segretario generale, ne riassunse così la funzione: l’Onu non è stata creata per portare l’umanità in paradiso ma per salvarla dall’inferno. C’è riuscita? Ovviamente no, pur riconoscendo le sue iniziative contro fame, povertà, malattie, assistenza ai profughi. Ma non è grazie all’Onu che in questi settantasette anni non c’è stato l’Olocausto nucleare. Non c’è stato perché il mondo era bipolare e sino a che esisteva l’Urss si reggeva sul cosiddetto equilibrio del terrore. I leader della Russia comunista si dimostrarono più responsabili del leader attuale della Russia postcomunista. La Cina era un gigante sottosviluppato. Il radicalismo islamico non era terrorismo. Acqua passata. Dunque perché dalla fine della guerra fredda in poi l’Onu è diventata ancora più inutile e frustrante? Guardiamo alla sua composizione. Dei 193 Paesi membri 150 sono dittature, totalitarismi, autocrazie, teocrazie, 22 hanno sistemi ‘’ibridi’’ e comunque illiberali. Stando alla Eiu (Economist Intelligence Unit) le democrazie sono 21. Dentro c’è anche l’Italia ‘’democrazia imperfetta’’. Quei 21 possono contare sugli altri quando si tratta di libertà, democrazia, pace, cioè su valori la cui negazione è la ragione della loro stessa esistenza ? No. E tanto meno su Russia e Cina, due dei cinque membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza. Tutto qui.

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