Martedì 21 Maggio 2024

Migranti Sea Eye, ok sbarco a bimbi con le madri. Salvini: "Ma si rifiutano di scendere"

Il ministro dell'Interno: "Non ci resta che augurare loro buon viaggio verso Berlino"

Donne e bimbi a bordo della Alan Kurdi della Sea Eye (Ansa)

Donne e bimbi a bordo della Alan Kurdi della Sea Eye (Ansa)

Lampedusa, 5 aprile 2019 -  Nessuno sbarco, per ora, dalla nave Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye con a bordo 64 migranti. Dopo l'ok a far scendere a Lampedusa due bimbi piccoli con le loro madri, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha fatto sapere che le due donne "si rifiutano di scendere" dall'imbarcazione. E dunque, prosegue il ministro, "non ci resta che augurar loro buon viaggio verso Berlino". 

Per tutta la mattina la nave, come intimato dal Viminale, si è tenuta a 15-20 miglia da Lampedusa. Poi, all'ora di pranzo, lo sblocco: Berlino si è detta pronta a "contribuire all'assistenza". Successivamente è venuto l'ok allo sbarco per due minori, tra cui una infante di 11 mesi, con le loro mamme e una gestante. I naufraghi, una volta prelevati in acque internazionali da una motovedetta della capitaneria di porto, sarebbero stati scortati fino a Lampedusa. Tutti gli altri migranti invece sarebbero rimasti a bordo della nave della ong Sea Eye, in attesa di organizzare i percorsi di accoglienza e conoscere la loro destinazione finale. Invece, come appreso, le donne si sono opposte all'offerta di un trasferimento a Lampedusa.

Poco prima, da Berlino, era intervenuto direttamente il ministro dell'Interno Horst Seehofer - omologo di Salvini - sottolineando però che la Germania non si sente unica responsabile del destino dei 64 migranti a bordo della nave della ong tedesca. Anche altri stati, ha sottolineato, devono accogliere i migranti: "Deve essere un'azione comunitaria". Seehofer ha definito "fastidioso" il fatto che a livello europeo finora non si sia arrivati a una soluzione a lungo termine sulla spartizione dei richiedenti asilo salvati in mare: "Siamo ancora a miglia di distanza da una soluzione europea. La Commissione dovrebbe essere molto, molto più attiva". 

La Germania inoltre chiede alla Commissione Ue di assumere il coordinamento della vicenda affinché la Alan Kurdi possa trovare il prima possibile un "porto sicuro", aggiunge un portavoce del ministero degli Interni tedesco, sottolineando che Berlino si augura "che anche altri Paesi accolgano" alcuni dei profughi. L'Ong Sea Eye ha dichiarato di essersi messa in contatto con il ministero degli Esteri tedesco.  Due giorni fa, oltre 260 tra Ong, associazioni di volontariato e enti benefici hanno scritto una lettera alla cancelliera Angela Merkel chiedendo l'impegno europeo sulla questione dei soccorsi dei migranti in mare, affermando che è "scandaloso" accettare che vi siano migliaia di vittime nel Mediterraneo.

"Sull'immigrazione l'Italia non è più sola"

SALVINI -  Da parte sua Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa conclusiva del G7 a Parigi, è tornato a puntare il dito contro la nave dell'Ong tedesca Sea Eye che "ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all'Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone per un motivo evidentemente economico e politico". Salvini si è quindi mostrato soddisfatto per aver "messo nero su bianco" dinanzi ai ministri del G7 il fatto che "ci sono non tutte, ma alcune associazioni che sono complici, nella pratica, di un business di esseri umani". Salvini manifesta '"enorme soddisfazione" per gli esiti del G7 di Parigi, "'perché l'Italia torna centrale"' sulla scena internazionale e su alcuni temi, come ad esempio l'immigrazione, "non è più sola". 

"Vento a 50 Km/h e onde alte due metri"

L'APPELLO DELLA ONG - La Ong tedesca Sea Eye informa: "C'è una neonata di undici mesi a bordo, raffiche di vento a 50 chilometri orari e onde alte due metri". La "Alan Kurdi" resta "in attesa di una soluzione politica", spiega ancora la ong tedesca. Anche questa mattina la nave ha continuato a zigzagare sul tratto di mare restando in zona, senza però entrare in acque italiane.

"A bordo 64 persone salvate e 17 membri dell'equipaggio ora in attesa di una soluzione politica", spiega la ong tedesca che faceva sapere, intorno alle 22 di ieri, di essere "ancora in rotta di evasione" per trovare riparo dal maltempo. Visto il divieto del Viminale, resta pattugliato il tratto di mare davanti all'isola. 

Su Twitter è postato anche un video sulle condizioni di navigazione: 

"La Libia non è sicura nemmeno per i libici"

CASARINI ALL'ATTACCO - "Sea Eye? E' l'ennesima violazione di ogni principio di umanità. Una vergogna assoluta", dice Luca Casarini, protagonista della vicenda della nave Mare Jonio, sottolineando che "l'indignazione dovrebbe essere generale" di fronte al nuovo divieto di attracco. "Ricordo che c'è un bimbo di 11 mesi a bordo di quella nave oltre a donne e uomini - aggiunge Casarini - Persone che hanno subito l'orrore in Libia, che hanno bisogno e diritto di soccorso immediato".  L'ex leader no global parla di "ipocrisia" da parte del governo italiano. "Siamo arrivati a un punto tale... in spregio a qualsiasi principio dei diritti umani. Abbiamo passato mesi a sentire campagne di criminalizzazione delle Ong, a sentire che la Libia è un porto sicuro quando lì oggi c'è la guerra civile e non è sicura nemmeno per i libici".