
A Bologna nasce "Blq checkpoint", sportello che ha come target la comunità Msm (Dire)
Milano, 6 ottobre 2014 - Otto italiani su 10 non si sentono a rischio di contrarre l`Hiv perché confidano nelle proprie abitudini e comportamenti e il 90% ritiene che avere rapporti sessuali protetti sia il metodo più efficace per non contrarre l`infezione, mentre circa il 17% ritiene invece che il modo migliore per prevenire l`infezione sia non avere contatti con le persone sieropositive. Questi sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca GfK Eurisko, "con il supporto non condizionato di Gilead", che ha coinvolto oltre mille soggetti in tutta Italia e che ha inteso indagare le conoscenze degli italiani sull`Hiv, sugli strumenti di prevenzione e sulle possibilità terapeutiche, ma anche sulla percezione del rischio di contagio e sulla rappresentazione della persona con Hiv nella società odierna. Sempre secondo quanto si legge in un comunicato diffuso da GfK Eurisko, "oggi emerge un quadro contraddittorio della rappresentazione dell`Hiv/Aids: se da un lato non si sentono a rischio personale, il 60% degli italiani pensa sia comunque facile contrarre il virus dell`Hiv, perché questo riguarda prevalentemente i tossicodipendenti, le persone con relazioni promiscue e gli omosessuali. Emerge qui una ulteriore contraddizione: mentre dalla ricerca risulta che solo per 2 italiani su 10 la categoria degli eterosessuali è a rischio di contagio, l`epidemiologia dimostra che tra i nuovi infetti la maggioranza relativa sono etero (oltre il 40%)".
Il 74% degli intervistati è consapevole che l`Hiv non è curabile ma può essere tenuto sotto controllo con i farmaci e solo 1 su 3 (il 32%) ritiene che siano accessibili. "L`innovazione terapeutica ha avuto un ruolo fondamentale nel modificare il decorso clinico del paziente con Hiv: da quando sono state introdotte le terapie antiretrovirali nel nostro Paese (1996), l`incidenza dell`Aids e il numero di decessi l`anno sono progressivamente diminuiti" ha chiarito Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Torino, spiegando che "oggi possiamo contare su nuove terapie monodose, più tollerabili e con meno effetti collaterali rispetto al passato, che hanno permesso di controllare la malattia nel lungo periodo, trasformando l`Hiv/Aids in malattia cronica, al pari di diabete, disturbi respiratorie e cardiopatie. Inoltre, hanno determinato un incremento anche nell`aspettativa di vita, oggi allineata alla sopravvivenza media, mentre 30 anni fa il tasso di letalità dell`AIDS era vicino al 100% (oggi si attesta al 5,7%)".
IN ITALIA 120MILA CON HIV MA NON LO SANNO - In Italia, su oltre 120mila persone con diagnosi di Hiv/Aids, il 15-20% non è al corrente della propria sieropositività, e nel 2012 almeno il 50% di nuovi casi di infezione diagnosticati erano già in fase avanzata della malattia. "Non va mai sottovalutata l`importanza della diagnosi precoce dell`infezione, è infatti dimostrata la correlazione tra l`inizio delle terapie e l`incremento della durata della vita e la riduzione di comorbilità, perciò è importante favorire una diagnosi precoce, oltre che garantire l`accesso alle terapie antiretrovirali innovative" ha dichiarato Andrea Antinori, direttore Malattie infettive all'Inmi Lazzaro Spallanzani di Roma, sottolineando che "si stima che nel mondo solo la metà delle persone con Hiv sia a conoscenza del proprio stato". Il test dell`Hiv rappresenta uno strumento molto importante, anche se sottovalutato, per individuare subito l`infezione e iniziare precocemente i trattamenti con antiretrovirali ma solo la metà degli intervistati (46%) lo indica come possibile strumento di prevenzione e controllo, mentre solo il 3% ritiene vi si faccia ricorso.
IL 75 % DEGLI ITALIANI VUOLE PIU' INFORMAZIONI SU AIDS - Il bisogno di informazione su Hiv e Aids della popolazione resta insoddisfatto: 9 italiani su 10 hanno sentito parlare di Hiv, ma non di recente, e il 75% ritiene che il tema sia poco trattato e vorrebbe che fosse più affrontato soprattutto nelle scuole (79%), sui mass media (66%), ma anche dal medico (54%). E' quanto emerge dalla ricerca GfK Eurisko. "La responsabilità di questa carenza di informazioni è da ricondurre alle Istituzioni politiche" ha affermato con forza Rosaria Iardino, presidente onorario di Network persone sieropositive (Nps) Italia onlus, sottolineando che "da anni non si sente più parlare di Hiv: a risentirne sono gli adolescenti, che si apprestano alle prime esperienze sessuali, e i giovani adulti eterosessuali che rappresentano oggi la popolazione a maggiore rischio di contrarre l`infezione. E` sottovalutato l`effetto positivo di campagne di sensibilizzazione mirate, strumenti essenziali per formare una coscienza diffusa del rischio e dell`importanza della prevenzione".
IN ITALIA NUOVA PILLOLA PER L'AIDS, RIMBORSABILE - Una nuova terapia per l'hiv è ora disponibile per i pazienti italiani: si tratta di una monopillola che riunisce quattro farmaci insieme (tenofovir disoproxil fumarato, emtricitabina, elvitegravir e cobicistat), che si può prendere una volta al giorno ed è ora rimborsabile anche in Italia. L'annuncio è stato dato oggi a Milano alla presentazione della ricerca di Gfk Eurisko sulle conoscenze degli italiani sull'hiv. Si tratta della prima monopillola con inibitore dell'integrasi (l'elvitegravir), spiega l'azienda produttrice, un potente antivirale che riesce a bloccare il virus prima che possa integrarsi nel materiale genetico della cellula. Altro componente della monopillola (Single tablet regimen o 'Str') è il cobicistat, in grado di prolungare la permanenza in circolo di elvitegravir. Il farmaco contiene anche altri due principi attivi impiegati da tempo nella lotta all'hiv. Questa nuova terapia è adatta a tutti i pazienti, compresi coloro che non sono mai entrati in terapia, purché non presentino mutazioni di resistenza ai componenti del farmaco. Negli ultimi anni le 'Str' ''hanno rivoluzionato la vita dei pazienti sieropositivi, aumentando l'adesione al trattamento e semplificando la gestione della terapia - spiega Giovanni Di Perri, professore di Malattie Infettive dell'università di Torino -. Oggi con questo nuovo farmaco è stato raggiunto un altro traguardo a favore dei pazienti, perché associa un'elevata potenza antiretrovirale alla praticità di una singola compressa''.