Sabato 26 Luglio 2025
ALBERTO PIERI
Cronaca

Agguato in Laguna, ammazzato in un bar con un colpo di fucile: "Regolamento di conti"

Un tunisino di 25 anni è stato ucciso non lontano dal ponte delle Guglie. Arrestato un veneziano, il pm: l’omicidio legato al traffico di stupefacenti.

La vittima Khalil Ben Mallat (a sinistra) e Raffaele Marconi, arrestato

Uno sparo verso le 23.20 e un uomo riverso a terra, senza vita, in un bar del centro storico di Venezia, non distante dal ponte delle Guglie. Un omicidio che ricorda i regolamenti di conti della mafia, ma è invece avvenuto nel cuore della città turistica, in un punto dove ogni giorno sfilano comitive di vacanzieri. I residenti sono preoccupati per la sicurezza.

Il delitto, ieri notte, nel sestiere di Cannaregio – zona residenziale della città – si è consumato sotto gli occhi di turisti e cittadini che quell’ora erano ancora a passeggio, lungo la direttrice tra campo San Geremia – dove si trovano la sede Rai, e diversi negozi – e il ponte delle Guglie, vicino all’antico ghetto ebraico. A due passi c’è la stazione ferroviaria di Santa Lucia, e ci sono gli imbarcaderi dei vaporetti. Khalil Ben Mallat, un tunisino venticinquenne, irregolare sul territorio italiano, diventato papà da soli tre giorni, è stato ucciso con un colpo di fucile a canne mozze, calibro 12, nel bar Halal Food, gestito da un commerciante bengalese.

A sparare è stato il trentatreenne Raffaele Marconi, veneziano con precedenti di polizia, dipendente della ditta Laguna Trasporti e Manutenzioni, ora in stato di fermo nel carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia, con l’accusa di omicidio volontario. Dopo aver sparato, Marconi ha gettato l’arma in un canale e si è dato alla fuga.

Qualche ora più tardi, grazie al sistema di telecamere della Control Room del Comune di Venezia, i militari del nucleo investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri l’hanno prelevato dalla propria abitazione, nei paraggi del locale dov’è avvenuto il fatto di sangue.

Al momento gli inquirenti seguono la pista di un regolamento di conti nel mondo dello spaccio di droga: sia venticinquenne che Marconi erano già noti alle forze dell’ordine. Per molte ore la calle sulla quale si affaccia il bar in cui Marconi ha sparato è rimasta transennata, con gli investigatori e gli uomini del reparto scientifico impegnati a lungo nella repertazione degli elementi che confluiranno nel fascicolo d’indagine.

Nell’immediatezza del fatto, in città si era anche diffusa la voce secondo la quale il delitto sarebbe stato la conseguenza di una lite accesa tra i due uomini, forse scattata per motivi sentimentali. I carabinieri, tuttavia, hanno poi escluso il movente passionale. Determinate è stato l’intervento delle forze dell’ordine. Lo segnala, in una nota, il prefetto della città lagunare Michele di Bari, sottolineando che "sono state attuate tutte le misure per assicurare, nell’immediatezza, una adeguata cornice di sicurezza a tutela dell’incolumità pubblica, avviando senza ritardo le attività investigative che, nel giro di poche ore, hanno consentito di identificare e fermare il presunto autore del reato. L’episodio è una conferma della piena funzionalità del sistema di sicurezza della Città Metropolitana".