Lunedì 29 Aprile 2024

Accordo sui licenziamenti, Conte respira E arriva un maxi sgravio fiscale per il Sud

Il governo trova l’intesa in vista del Cdm di oggi: il blocco esteso per tutti fino a metà novembre. Il ministro Gualtieri soddisfatto.

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di Antonella Coppari

Il governo aveva fretta di chiudere prima della pausa estiva. Conte temeva il bis dell’increscioso caso del decreto aprile approvato a giugno, invece ce l’ha fatta. "Il nodo dei licenziamenti è stato sciolto", annuncia il ministro dell’economia Gualtieri a metà pomeriggio, dopo ore di trattative. Assicurando che oggi il Consiglio dei ministri varerà il decreto agosto da 25 miliardi di euro. Lo scoglio era il più arduo da superare, visto lo scontro tra chi voleva lo stop dei licenziamenti fino alla fine dell’anno e chi voleva farlo cessare il 15 ottobre. La soluzione infatti appare un po’ cervellotica: le aziende non potranno mandar via i lavoratori fino a metà novembre. Intorno a quella data scadrà la copertura delle 18 settimane di cassa integrazione (le prime nove prive di oneri, le seconde col pagamento di un’addizionale) o decontribuzione cui potranno attingere tutte le imprese. Da quel momento il divieto resterà fino a fine dicembre solo per i licenziamenti collettivi e per le imprese che continuano a godere della Cassa Covid e degli sgravi.

Tutto risolto? Restano in sospeso alcuni punti, almeno uno dei quali fondamentali. Il sì di Italia viva, fa sapere il vice presidente dei deputati, Marattin, è condizionato allo slittamento delle imposte di novembre per autonomi e professionisti alla prossima primavera. Si tratta del fronte più controverso dopo i licenziamenti. La suspense dura poco, è la stessa Iv a cantare vittoria nemmeno un’ora dopo, rassicurata da Gualtieri parlando di intesa "soddisfacente".

Ieri sono stati aggiunti due capitoli importanti: il primo è lo sgravio contributivo del 30% per le imprese del Sud dal primo ottobre al 31 dicembre 2020. Negli anni successivi, previa autorizzazione della Commissione europea, la decontribuzione sarebbe del 30% fino al 2025, del 20% fino al 2027, del 10% fino al 2029. La pressione del ministro Provenzano (Pd) ha fatto breccia nel governo. Altro punto chiave: le tasse spostate a settembre in parte verranno rinviate in primavera, in parte si pagheranno, escluse quelle che riguardano turismo e ristorazione, sospese per tutto l’anno. Restano ancora ’particolari’ da limare. Il primo è il cashback: vacilla l’ipotesi di un rimborso del 20 per cento sulle spese per ristorante pagate non in contante. Per essere precisi: nella bozza che circolava ieri sera non c’era, probabilmente perché non è ancora chiaro come dovrebbe avvenire il rimborso e l’esperienza dei decreti passati dimostra che è su questi particolari, cioè sulla traduzione in soldi delle disposizioni che si sono verificati gli incidenti più gravi. Vacilla anche il progetto ’filiera Italia’ della ministra Bellanova che prevedeva un miliardo di sussidio a fondo perduto per i ristoratori che puntano sul made in Italy: in parte quella cifra dovrà coprire lo sgravio del ministro Provenzano. Quantomeno, la somma sarà dimezzata. Il grosso del lavoro comunque è fatto fatto. Esulta Zingaretti: "Accolte le priorità del Pd".E i Cinquestelle col viceministro Castelli gli fanno eco: "Abbiamo fatto un lavoro certosino".

Gli ostacoli veri aspettano la maggioranza su un altro fronte, quello del decreto semplificazioni. La discussione in commissione al Senato inizierà il 24 agosto. Ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti e nonostante l’invito di Conte a limitare le richieste di cambiamenti ne sono arrivati quasi 3000, la metà dei quali firmati dalla maggioranza. Altro che tirare una coperta sempre troppo corta come accade per i decreti emergenziali: qui il dissenso di buona parte della coalizione giallorossa è profondo al punto che la presidente del gruppo misto, De Petris (LeU) ha chiesto il ritiro del provvedimento. Paragonate alla difficoltà che aspettano il governo su quel fronte quelle di questi giorni sul decreto agosto sono una passeggiata.