Venerdì 26 Aprile 2024

A Bergamo i sintomi del virus prima del paziente 1

È una cartella clinica di un cittadino cinese che vive in Val Seriana, a pochi chilometri da Nembro e Alzano Lombardo, lasciata da una mano anonima nella cassetta della posta dell’avvocato Consuelo Locati, legale dei famigliari delle vittime del Covid-19, e titolare della causa civile depositata al tribunale di Roma in cui sono rappresentati più di 500 parenti, soprattutto bergamaschi. Quella cartella racconta che l’immigrato aveva sintomi del viurs già tre settimane prima che esplodessero i focolai di Codogno, Bergamo, Alzano Lombardo, Nembro e Albino. La cartella è dell’ospedale di Seriate, l’Azienda socio sanitaria territoriale Bergamo est, la stessa che dirige anche l’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Il paziente, 54 anni, è tuttora residente in un Comune della Valle Seriana ed è allettato da tempo a causa di un ictus. Il 26 gennaio 2020 era stato ricoverato con "tosse e comparsa di dispnea". Fino a quel giorno, 26 gennaio, le circolari ministeriali prevedevano di procedere al tampone non solo nel caso di viaggi a Wuhan, ma anche in presenza di sintomi dubbi riconducibili a Sars. La dispnea e la tosse potevano essere un indicatore significativo: ma non ci fu alcun tampone. Nonostante fossero comparsi subito anche "febbre" e poi "versamento pleurico". E nonostante la Tac, eseguita il 28 gennaio, indicasse "la comparsa nel polmone sinistro di sfumati addensamenti parenchimali, con aspetto a vetro smerigliato", che in termini radiologici sono la tipica descrizione del Covid. La procura di Bergamo ha ricostruito coi suoi consulenti, tra cui Crisanti, che già l’11 febbraio 2020 all’ospedale seriano si potevano contare fino a 40 casi di sospetto Covid tra il personale.

La cartella clinica è stata trasmessa dall’avvocato Locati agli inquirenti che tenteranno di ricostruire la storia del paziente cinese e i suoi contatti. La persona ricoverata ha attorno più parenti stretti; alcuni lavorano fuori da Bergamo. A causa dell’ictus (antecedente) il paziente è seguito anche da più infermieri.

Francesco Sarubbi