Venerdì 26 Aprile 2024

Governo, coabitazione difficile

Il presidente Mattarella e il premier incaricato Conte (Ansa)

Il presidente Mattarella e il premier incaricato Conte (Ansa)

LE TENSIONI tra il Quirinale e i partiti che sorreggono il Governo Conte non sembrano passeggere. La rozzezza dei Di Battista e la debolezza del premier acuiscono i problemi, ma sono fattori secondari. Per formazione, cultura politica, visione dell’Italia in Europa, stile e aspettative sulla interpretazione dei rispettivi ruoli, tra Mattarella e i leader della maggioranza le distanze sono abissali. Mentre la sorte (elettorale) e le loro stesse strategie li costringono a coabitare. Mattarella si è impegnato con determinazione per evitare il fallimento della legislatura. Al tempo stesso, ha preteso che i partiti si assumessero piena responsabilità per la nascita di un governo politico e che garantissero preventivamente il sostegno della maggioranza assoluta dei componenti di Camera e Senato.

Ha imposto, in prima battuta, tempi stringati per verificare la sussistenza di queste condizioni con riguardo alle ipotesi teoricamente disponibili. Infine, ha escluso formule imperfette, come l’eventuale pre-incarico a Salvini, mettendo tutti di fronte alla secca alternativa tra un governo con le caratteristiche citate e il suo "esecutivo neutrale". Se non fosse bastata l’aritmetica, a quel punto è diventato evidente che l’unica formula in grado di soddisfare le preoccupazioni del Quirinale passava per l’accordo tra Di Maio e Salvini. Le altre ipotesi, impraticabili o imperfette, avrebbero scomposto e mitigato il «fronte euroscettico del cambiamento». Ora è invece facile prevedere più di uno strappo, non solo con Bruxelles. Come è difficile credere che due sedicenti premier in pectore, azionisti unici del governo, cedano il potere di nomina all’amministratore delegato.