Giovedì 25 Aprile 2024

Colpo elettorale. Il Donald bis ora è più vicino

E' lui. Finalmente. Morto come un cane e un vigliacco, dice Trump. È Abu Bakr al-Baghdadi, il califfo dell’Isis, cioè dell’unica organizzazione terroristica che fosse riuscita a dotarsi di un territorio, di una bandiera, di un embrione di Stato. In suo nome e in quello di Allah per anni è stata condotta la Jihad, sono saltati in aria o sono stati sgozzati migliaia di ‘infedeli’ laggiù in Medio Oriente e nelle nostre città.

Che significa? Che possiamo dormire sonni tranquilli? Non esattamente. Nel maggio 2011 venne ucciso Osama Bin Laden. Al Qaeda gli sopravvisse. Dunque per l’Isis, benché confinata in un angolo della Siria, non è la fine. Ma senza il suo leader carismatico sarà meno temibile. Meno seguaci, meno capacità operativa, meno attrazione in quelle comunità islamiche che ne riflettono il fanatismo religioso. In altri termini l’Isis del dopo Baghdadi non sarà più quello di prima, come l’Al Qaeda del dopo Bin Laden non fu più quella dell’11 settembre 2001. Non dimentichiamo però che il terrorismo islamico è la proiezione di un’ideologia di odio. Odio contro il mondo cristiano.

E non dimentichiamo che la minaccia l’abbiamo in casa, in Europa e in America. Sono i cani sciolti e sono i foreign fighter che potrebbero rientrare. Qualche altra considerazione. La prima: il disimpegno di Trump, ingeneroso nei confronti dei curdi, può però avere spinto Al Baghdadi a scoprirsi. La seconda: l’adozione del metodo israeliano, vale a dire decapitare il terrorismo anziché montare operazioni militari. La terza: la cooperazione con russi, turchi, siriani. Fronte comune nell’intelligence. La quarta: le elezioni. Un anno dopo l’uccisione di Bin Laden, Obama venne rieletto. Accadrà anche a Trump? Già ora i democratici, senza validi candidati, sono nello sconforto. L’ammette persino il Washington Post . [email protected]