Defibrillatori, ecg e test genetici: fare sport in sicurezza

In Italia milioni di persone praticano sport esponendosi, d’estate, agli stress causati dal caldo intenso. In rari casi tutte queste sollecitazioni messe insieme (sforzi, sudate, temperature elevate, forti emozioni) possono aggravare una sofferenza preesistente, in un momento di particolare impegno del cuore, al punto da scatenare una crisi cardiaca. Sul tema dell’arresto cardiaco si sono […]

In Italia milioni di persone praticano sport esponendosi, d’estate, agli stress causati dal caldo intenso. In rari casi tutte queste sollecitazioni messe insieme (sforzi, sudate, temperature elevate, forti emozioni) possono aggravare una sofferenza preesistente, in un momento di particolare impegno del cuore, al punto da scatenare una crisi cardiaca. Sul tema dell’arresto cardiaco si sono affacciate alla ribalta della cronaca in questi giorni notizie da parte dell’Istituto Auxologico Italiano, dal gruppo GVM Care & Research e dagli esperti dell’IRC, la società scientifica che riunisce medici, infermieri e operatori competenti in rianimazione cardiopolmonare. Iniziamo da questi ultimi, poi a seguire gli altri.

 

Italian Resuscitation Council

“Essenziale favorire la formazione sul primo soccorso e la diffusione dei defibrillatori negli impianti sportivi, come prevede la nuova legge italiana”, avverte Silvia Scelsi, presidente IRC, Italian Resuscitation Council. Ogni anno in Italia si stimano in media 60mila episodi di arresto cardiaco improvviso, e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. Per migliorare le probabilità di sopravvivenza, oltre alla prevenzione quando possibile, è essenziale che chi assiste a un arresto cardiaco lo sappia riconoscere, chiami il numero unico di emergenza 112, inizi le manovre guidato dagli operatori della centrale operativa e, se disponibile, utilizzi un defibrillatore salvavita DAE, in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

 

Istituto Auxologico Italiano

Come individuare per tempo fattori di rischio per morte improvvisa? Una risposta viene da tre documenti pubblicati di recente con il contributo del Centro per le aritmie di origine genetica dell’Istituto Auxologico Italiano, diretto dai professori Peter Schwartz e Lia Crotti. Un documento in particolare, coordinato da Arthur A.M. Wilde, Amsterdam University Medical Centers, è uscito simultaneamente in Europace e su tre riviste scientifiche. Lo screening genetico sulla base di un sospetto clinico aiuta i medici in tantissime situazioni. Per esempio nella sindrome del QT lungo, che può essere fatale ma si cura, l’elettrocardiogramma può essere quasi normale e l’analisi genetica risulta necessaria per chiarire la diagnosi e permettere una terapia mirata, ha scritto Schwartz. Dopo un episodio grave inatteso, in un atleta diventa imperativo identificare una eventuale mutazione e cercarla poi nei familiari, perché certe malattie genetiche si trasmettono con una probabilità del 50% a ogni gravidanza.

Cardiologia dello Sport

Una guida pubblicata sull’International Journal of Cardiology, coordinatori Luigi Sciarra (presidente Società Italiana di Cardiologia dello Sport) e Domenico Corrado (Università di Padova), supporta il medico specialista nel momento di decidere quando è opportuno eseguire uno screening genetico in un atleta, sulla base del sospetto diagnostico di cardiomiopatia aritmogena, cardiomiopatia ipertrofica, o canalopatia (sindrome del QT lungo, sindrome di Brugada). Alla redazione di questa guida ha contribuito Silvia Castelletti, specialista in cardiologia. Un terzo documento è uscito sull’ European Journal of Preventive Cardiology, coordinato da Michael Papadakis, St George’s University Hospitals di Londra. In tutti e tre gli studi è stato coinvolto, come si diceva, l’Istituto Auxologico Italiano (altre info su www.auxologico.it)

 

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GVM Care & Research

L’équipe di aritmologia diretta da Saverio Iacopino, coordinatore dell’elettrofisiologia del Gruppo GVM Care & Research, ha pubblicato sull’ American Journal of Cardiology i risultati di una ricerca che conferma l’attendibilità di un parametro ecg predittivo di aritmie ventricolari fatali (denominato dST-Tiso) in pazienti con sindrome di Brugada non accertata. Nei casi sospetti, pazienti che presentano un elettrocardiogramma dubbio, si ricorre al test con l’ausilio di farmaci bloccanti i canali del sodio. “Questo test con ajmalina – ha scritto Iacopino – dovrebbe essere eseguito di routine per i familiari delle vittime di morte improvvisa e per le persone che presentano un elettrocardiogramma sospetto per sindrome di Brugada. L’intervallo dST-Tiso potrebbe diventare utile per ottenere uno screening preliminare non invasivo di una coorte potenzialmente ampia di soggetti asintomatici con pattern ecg dubbio o transitorio”.

 

Stefano Sermonti, giornalista, ha collaborato alla diffusione della notizia GVM Care & Research

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