Stimolazione cerebrale smorza l'appetito e sazia

Sperimentato casco magnetico che libera endorfine, ripristina la sensazione di appagamento. Allontana il desiderio di cibo che nell’obeso è una ossessione

Resistere alle tentazioni per mantenere un peso forma - Piotr Malczyk / Alamy

Resistere alle tentazioni per mantenere un peso forma - Piotr Malczyk / Alamy

Milano, 21 maggio 2018 - Una stimolazione con un casco, simile in qualche modo all’elettroencefalogramma, potrebbe smorzare le tentazioni appetitose dei golosi, nemiche della dieta e della linea. Parliamo della voracità insaziabile, una ossessione che affligge i pesi massimi. Secondo uno studio italiano la stimolazione transcranica indolore degli emisferi cerebrali potrebbe aiutare a dimagrire, quantomeno a fermare l'impulso a proseguire l'assunzione di alimenti, abbassando la soglia del desiderio di cibo. Per ora questa fenomenologia è stata studiata sui grandi obesi: la stimolazione, infatti, riduce la voglia irrazionale di nutrirsi, ripristinando una corretta sensazione di gratificazione offerta dal mangiare (sensazione che è alterata negli obesi) riportando il controllo dell’appetito senza ricorso a sostanze chimiche medicinali, ormoni o farmaci.

La stimolazione magnetica transcranica profonda è una tecnica non invasiva in cui il paziente indossa una sorta di casco leggero che applica dall’esterno una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello. Ad oggi viene utilizzata in ambito neurologico e neuropsichiatrico, per la terapia di emicranie resistenti ai trattamenti farmacologici, per le depressioni maggiori, per il trattamento delle dipendenze.

Uno studio italiano annunciato oggi a Barcellona in occasione del meeting annuale della European Society of Endocrinology e coordinato da Livio Luzi dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Policlinico San Donato ha tracciato gli esiti di una sperimentazione che va avanti da 4 anni e che ha coinvolto finora più di 50 pazienti con obesità. La tecnica usata in questi lavori è la stimolazione transcranica profonda (dTMS), che invia, mediante il caschetto che il paziente indossa senza patemi d'animo, onde magnetiche alla corteccia. Si tratta di un metodo già usato ad esempio su soggetti in depressione o, con modalità diverse, nel Parkinson.

“Finora - ha dichiarato il professor Luzi - abbiamo dimostrato che la stimolazione ad alta frequenza (18 hertz) somministrata per 5 settimane (3 sessioni a settimana di mezz’ora ciascuna) produce (insieme a una dieta bilanciata in cui si tagliano in media 300 calorie al fabbisogno giornaliero di ciascun paziente) un calo ponderale del 6-7% che si mantiene a lungo termine (per oltre un anno)“. Senza la stimolazione il calo ponderale è significativamente inferiore, fermandosi al 2-3%.

Nello studio presentato a Barcellona è emerso il meccanismo d’azione della dTMS: “facendo un prelievo prima e dopo la seduta - racconta Luzi - abbiamo visto che la stimolazione aumenta le endorfine (molecole del piacere) in circolo e quindi ripristina una adeguata sensazione di piacere legata all’ingestione di cibo, sensazione che nell’obeso è alterata inducendolo a mangiare di più per sentirsi gratificato“. Lo studio prosegue, conclude Luzi, con l’obiettivo di testare la TMS anche su altri pazienti, ad esempio diabetici e bulimici.  

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