Martedì 30 Aprile 2024

Ricorsi al Tar, Italia paralizzataSono piu di cento le opere bloccate

Matteo Palo ROMA QUASI 65MILA nuovi ricorsi ogni anno, 322mila fascicoli arretrati e circa il 70% di cause per le quali viene richiesta la sospensiva, il congelamento in attesa della definizione del giudizio. Sono i numeri mostruosi della giustizia amministrativa in Italia, in grado di produrre un impatto durissimo quando si parla di cantieri. Il contenzioso negli appalti, infatti, rallenta il nostro paese: secondo i dati di Legambiente, sono 101 le opere strategiche ferme per una controversia in atto al Tar o al Consiglio di Stato. Casi recenti, come il Mose e l'Expo, insegnano che la tutela della legalità è fondamentale. Ma l'Italia, in questo momento, paga a carissimo prezzo queste garanzie. Il problema, analizzato in dettaglio, parte dal numero di contenziosi che approdano ogni anno ai tribunali amministrativi regionali. Secondo i dati diffusi nel corso dell'ultima inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio di Stato, sono stati 64.500 nel 2013, considerando soltanto i Tar. A questi vanno aggiunti i circa 9.500 ricorsi che arrivano fino al Consiglio di Stato, ingolfando ulteriormente la macchina. Questo, a catena, produce il fenomeno dell'arretrato. Le pendenze sono circa 322mila, stando agli ultimi dati. È vero che dal 2009 si sono più che dimezzate. Ma è anche vero che il loro numero resta mostruoso: per ogni nuovo fascicolo che arriva al Tar, ce ne sono cinque fermi ad aspettare una definizione. Sulla testa dei 490 giudici amministrativi italiani pende una valanga di carta. E VENIAMO, così, alla questione delle sospensive, la richiesta di congelare un provvedimento, in attesa della definizione del giudizio. Nel 2013 sono state proposte per oltre il 70% dei ricorsi di primo grado e per oltre il 30% degli appelli in Consiglio di Stato. Praticamente, nell'anno appena passato sono state circa 45mila le ipotesi di sospensione cautelare, approdate al Tar. Nel dubbio, quasi sempre si chiede di fermare tutto. Sul punto Livia Sandulli, presidente di sezione del Tar del Lazio, precisa: «Bisogna anche guardare al numero di sospensive che vengono accolte. È molto basso. Inoltre, una volta accolta la sospensiva, il giudice è obbligato a velocizzare i tempi di definizione della causa. I tempi del giudice amministrativo italiano, quando si parla di appalti, sono inferiori sia alla Germania che alla Francia». PARLANDO con un qualsiasi operatore degli appalti pubblici si ottengono impressioni diverse: bloccare i cantieri una volta che i lavori sono partiti, infatti, produce non solo un rallentamento, ma spesso anche un aumento dei costi, che viene scontato dalla pubblica amministrazione, attraverso il fenomeno delle «varianti».Al momento, secondo i dati di Legambiente, sono circa 101 le opere pubbliche ferme a causa di contenziosi amministrativi, tutte decisive per la messa in sicurezza del territorio. Proprio per affrontare questo problema, il premier Matteo Renzi ha promesso fuoco e fiamme nella sua riforma della giustizia, mettendo fine a quel fenomeno che «nei cantieri fa lavorare più avvocati che muratori». E anche ieri ha ribadito: «Il decreto Sblocca Italia' è sempre più urgente». Domani, l'Unità di missione 'Italiasicura', varata a luglio per fronteggiare il dissesto idrogeologico, sarà a Genova per cercare di trovare una soluzione allo sblocco dei lavori.