Alla fine, la pace sarà con noi. Fiscale, ovviamente, e già non è poco. O troppo, a seconda dei punti di vista. Quelli di Lega e 5 Stelle, ad esempio, erano molto lontani. Il contratto la prevedeva, ma era una scatola vuota, tutta da riempire. Cosa accaduta, a quanto pare, con tintinnio di manette per gli evasori e nell’unico modo che la politica conosce, in ogni repubblica e ad ogni latitudine: il compromesso.
Pensioni, quota 100 da febbraio
La manovra che ieri sera ha visto la luce, è come sempre un provvedimento frutto di un infinito taglia e cuci, talmente articolato e complesso che qualunque analisi seria non sarà possibile prima di qualche giorno. Per i cittadini, come per Bruxelles e per i mercati. E se per caso leggerete o sentirete a tamburo battente giudizi definitivi, positivi o negativi, significa che li avevano già in tasca a prescindere. Stando invece all’impatto politico, possiamo dire che ognuno dei due azionisti di governo può legittimamente sventolare la sua bandiera.
Uno anticipa a febbraio la Fornero, l’altro taglia le pensioni vedremo se e quanto d’oro (gli stipendi no?!) spalmando l’operazione-miliardo in tre anni, come si fa quando la si spara troppo grossa. Poi la pace, che non è condono ma gli assomiglia molto: se facessimo la prova del Dna risulterebbero di sicuro parenti stretti. Tante altre cose ovviamente stanno nella finanziaria, dal reddito di cittadinanza a più tasse per le banche, ufficialmente catalogate come cattive in attesa di catalogarle come cattivissime quando, in seguito a questi aumenti, crescerà il costo del credito.
A caldo, solo un altro paio di osservazioni. Primo, da oggi abbiamo finalmente qualcosa di scritto su cui discutere. Fino ad ora, infatti, si è parlato molto di quasi niente, soprattutto nelle fila della maggioranza; chi ragiona adesso, non potrà farlo a vanvera. Secondo, la conferma dei punti cardine del contratto di governo non è affatto detto che piaccia a Europa e operatori finanziari. Anzi. Vedremo già stamattina. Può darsi che qualche provvedimento grondi più demagogia che sostanza. E saranno dolori. Ma ne grondava altrettanto chi pensava che stessero scherzando.
Che bastasse uno Juncker per innestare la marcia indietro.