Martedì 30 Aprile 2024

Le meduse invadono i nostri mari. Ecco una scheda per riconoscerle

Non tutte sono urticanti, ma tra le specie tropicali, che stanno arrivando dal Canale di Suez, alcune sono anche letali

Aurelia aurita, urticante (Ansa)

Aurelia aurita, urticante (Ansa)

Roma, 20 maggio 2018 - Le meduse stanno invadendo nei nostri mari. "Negli ultimi 10 anni gli avvistamenti di questi organismi gelatinosi lungo le coste sono aumentati addirittura di dieci volte", conferma Angela Santucci, biologa marina presso l'Istituto di Scienze Marine del Cnr di Lesina (Foggia). 

Misteriose e affascinanti, sono il terrore dei bagnanti, ma non tutte sono urticanti e pericolose. Ma va fatto un distinguo: "Il nostro mare è la casa di numerose specie di meduse, sia native che aliene" spiega la biologa. "Ormai ogni estate siamo a rischio a causa dell'innalzamento delle temperature globali, dei massivi traffici marittimi attraverso i canali che ci collegano con gli oceani, soprattutto quello di Suez, del depauperamento delle popolazioni di grossi pesci predatori, nonché competitori alimentari delle meduse". 

Quelle da temere sono le specie come quelle arrivate dai Tropici, alcune addirittura letali. È il caso della "velenosissima Caravella portoghese (Physalia physalis), avvistata al largo della Sicilia, della Sardegna e recentemente anche a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) - racconta la Santucci - che nei suoi lunghi tentacoli ha tossine che possono causare fortissimi dolori e anche l'arresto cardiaco nell'uomo. Un'altra medusa aliena pericolosissima è la Medusa nomade (Rhopilema nomadica), avvistata nel Canale di Sicilia, nello Stretto di Messina e lungo le coste della Sardegna, simile al nostro comune e innocuo Polmone di mare (Rhizostoma pulmo), ma con le braccia filamentose e priva del caratteristico bordino viola sull'ombrella". 

Quindi massima attenzione alle meduse tropicali e sub tropicali. Le "nostrane" al massimo sono urticanti o innocue. La biologa marina Angela Santucci ci offre una mappa delle meduse che si potrebbero incontrare quest'estate:

Physalia physalis: la Caravella portoghese è velenosissima. Arrivata dal Canale di Suez, non è una vera e propria medusa ma una colonia di polipi e meduse, attaccati a una vescica bluastra che convivono galleggiando sul pelo dell'acqua, con tentacoli lunghi anche 20 metri che contengono tossine che possono causare fortissimi dolori e anche l'arresto cardiaco. È stata avvistata al largo di Sicilia, Sardegna e di Villa San Giovanni (RC). 

Rhopilema nomadica: pericolosissima, può raggiungere anche mezzo metro di diametro. Molto simile al nostro innocuo Polmone di mare, ma con braccia filamentose e priva del caratteristico bordino blu-viola sull'ombrella, è stato avvistato nel Canale di Sicilia, Stretto di Messina e Sardegna. 

Pelagia noctiluca: la medusa luminosa, tra le più note native nel Mediterraneo, abbondante in Tirreno e Adriatico settentrionale, ha diametro tra 10 e 15 centimetri, colore tra il marrone e il violetto, ha tentacoli lunghi anche qualche metro, è molto urticante ma non fatale per l'uomo. 

Rhizostoma pulmo: il polmone di mare nativo del Mediterraneo, quasi innocuo, si vede spesso in Adriatico e Ionio. Ha un'ombrella semisferica tendente al trasparente, bordi irregolari blu-viola, otto tentacoli sfrangiati e trasparenti. Può raggiungere fino a 50-60 cm di diametro e 10 kg di peso. 

Cotylorhiza tubercolata: la Cassiopea mediterranea, non pericolosa, presente nel sud Italia si sta diffondendo nel Tirreno. Fino i 35 cm di diametro, sembra un disco volante di colore bianco, con una gobba rotonda e giallastra al centro, bordo frastagliato di colore giallo o verdastro, e tentacoli corti che terminano con dischetti di colore blu-viola. 

Aurelia aurita: la medusa quadrifoglio è urticante, si incontra lungo le coste adriatiche ma ha invaso anche alcune lagune salmastre, come quella di Varano, lungo la costa nord del Promontorio del Gargano. Con ombrella circolare e trasparente, può raggiungere i 20 cm di diametro e il suo margine presenta una frangia con numerosi tentacoli sottili e corti semitrasparenti. 

Velella velella: la barchetta di San Pietro si può incontrare nel Tirreno e in primavera si osservano spiaggiamenti anche massicci che dipingono la battigia di celeste, per via di pigmenti che la proteggono dai raggi solari. Si trova entro i primi 10 cm di acqua, vive in colonia, il diametro è di 7-8 cm. 

Phyllorhiza punctata: dall'anno scorso la proliferazione di questa medusa indo-pacifica innocua per l'uomo, sono stati segnalati anche dal Golfo di Olbia. Ha corpo semisferico, diametro di circa 30-60 cm, di colore marrone-bluastro con punti bianchi e otto braccia orali ramificate e trasparenti che terminano con un gruppo di cellule urticanti.