Lunedì 29 Aprile 2024

La sfida 2023 di Piquadro Moderni e sempre confortevoli Ecco i capispalla maschili

di Eva Desiderio

L’arrivo nello stand di Piquadro della prima collezione di capispalla maschili per l’autunno-inverno 2023-24 segna una svolta nella storia del brand fondato nel 1987 da Marco Palmieri, presidente e Ceo del marchio che ha sede a Gaggio Montano (Bo), finora al top della produzione di linee di pelletteria e oggetti da viaggio, di trolley leggerissime e sneaker che guardano al futuro.

"Una svolta? Speriamo! – risponde con un sorriso Marco Palmieri che ha costruito un Gruppo che comprende anche i marchi alti di gamma e massima artigianalità Lancel e The Bridge –. Sono molto soddisfatto per la scelta di un designer come Yossi Cohen – continua Palmieri – per questa prima linea di capispalla Piquadro, lui è uno stilista bravissimo, conosce i segreti della vestibilità, dei materiali, ed è veramente moderno".

Presidente Palmieri, come sono questi sedici capispalla che presentate a Pitti?

"Ho voluto qualcosa di sapore perché la clientela business non è più quella di venti anni fa, desidera capi più confortevoli, e attuali, buoni per andare in ufficio e per la montagna. Oggi si va vestiti nello stesso modo in più occasioni, non c’è più divisione di tempi e modi. E questo è molto moderno".

Sedici pezzi di abbigliamento funzionali, a tutto comfort e sostenibilità. Come si arriva a questo?

"Tanta passione e tanta esperienza. E la voglia di mettere sul mercato quello che ancora non c’è, almeno secondo il mio parere. Come la field jacket, il cappottino o il parka in Tecnowool creato appositamente per questa collezione e. E’ formato da tre membrane, poi anche tessuti riciclati lamgloss e outstretch, con bomner in tessuto softshell. Con tanto impiego di materiali di riciclo e bordi e tasche schermate in puro stile Piquadro".

Presidente, è vero che c’è un giaccone Piquadro che somiglia – per funzionalità – a uno zaino?

"Sì, è la star della collezione. E’ un pezzo multifunzionale, tecnico, trasversale, adatto a chi viaggia, a peso ridotto e molto caldo, realizzato in tessuto Taslan. Multitasking per lungo ma accorciabile. Con due maxi tasche nascoste suddivise in scomparti miltifunzionali in rete, chiuse da lampo nere, spalmate e waterproof. Una terza maxitasca poi puo’ essere applicata sulla schiena come una zaino".

Insomma, presidente, lei è passato da trolley e zaini ai capispalla?

"Esattamente, in genere nella moda si fa il contrario. In Piquadro il processo è rovesciato. Ora da questo Pitti Uomo lancio questo progetto di abbigliamento come un grande esperimento e mi metto in gioco. La produzione è in licenza con Facib, lo stile è di Yossi e noi dell’azienda siamo stati sempre molto vicini ed attenti che non ci siano repliche di altre cose. E mi sembra di esserci riuscito. Voglio un prodotto che stupisca, diverso da quello che si può immaginare". Come sta andando il Gruppo Piquadro?

"Il business non va male. Il giorno prima di Pitti chiuderemo il bilancio 2022 con un +17%, con un fatturato di circa 175 milioni di euro".

Firenze con la sua fiera internazionale di moda maschile ha ancora un primato nel mondo?

"Pitti Uomo è Pitti Uomo, non ci sono dubbi! Partecipare alla fiera è un piacere e al tempo stesso un impegno per la divesa della filiera della moda italiana. Il Pitti rappresenta la moda maschile nel mondo, ha sempre una visione a lungo termine. E noi industriali della moda lo sappiamo, Pitti Uomo è un valore e partecipare al salone è un impegno che tutti dobbiamo sostenere per il bene di tutta l’industria italiana della moda maschile".

C’è altro, oltre gli affari insomma...

"Non tutti i giorni guardiamo la cassa! Anche questa partecipazione nostra in fondo è un percorso che promuove la moda italiana nel mondo, un faro di eccellenza. E anche questo è sostenibilità sociale".