Lunedì 29 Aprile 2024

Beatles, l'ultimo miracolo. Torna alla luce la canzone perduta

Dopo 52 anni ecco 'It’s For You', spuntata a sorpresa da una soffitta

The Beatles (Ansa)

The Beatles (Ansa)

Roma, 26 luglio 2016 - Il miracolo, inatteso, stava in una busta marrone dimenticata in una soffitta. Sopra c’erano scritti solo un nome e un titolo: Cilla Black e “It’s For You”. Niente di strano. La cantante pop Cilla Black con quel pezzo raggiunse, nel 1964, il numero sette delle classifiche inglesi. La canzone gliela avevano regalata i Beatles. Di nuovo niente di strano. Lei era di Liverpool come loro, erano amici. Per lei John Lennon e Paul McCartney avevano scritto anche “Step Inside Love” e “Love of The Loved”. Lei ringraziava caramente, la storia finiva lì. Ma questa volta è diverso. Proprio quando si pensava che il canzoniere dei Fab Four non potesse più riservare sorprese, con eserciti di musicologi, critici, appassionati ai limiti del delirio e collezionisti pazzi ad esplorare anche i più remoti anfratti dell’universo beatlesiano, ecco che ti esce un nuovo inedito della band di Liverpool. È appunto “It’s For You”, l’originale, eseguito in un demo dai Beatles, che si credeva perduto chissà dove: quasi un oggetto mitico, quasi uno Sacro Graal dei beatlesologhi e maniaci più tignosi.

È la famiglia di Cilla Black, scomparsa nel 2015, a scoprire il demo tra gli oggetti appartenuti alla cantante e presentatrice tv britannica. Così, senza farci troppo caso, gli eredi consegnano la busta con la registrazione - un acetato, come usava negli anni Sessanta - ai responsabili del Beatles Shop di Londra. Stephen Bailey, manager del negozio, rimane di stucco: «Appena mi sono messo ad ascoltare la registrazione ho esclamato: Oh mio Dio! Questa non è Cilla Black. È Paul McCartney! Ero senza parole, eccitato e scosso. E, a parte qualche graffio, la qualità della registrazione è ottima». 

Sembra di vederli, Paul e John, uno accanto all’altro con la chitarra in mano. Li scrivevano così, i pezzi, nei primi anni Sessanta. John portava degli occhiali scuri, in quel periodo, Paul era sempre concentratissimo. Una vera e propria officina della canzone, la loro, che produceva musica a ritmi da fabbrica, sia negli studi di Abbey Road sia durante i tour. Solo nel ’64, pezzi “assoluti” come “And I Love Her”, “You Can’t Do That”, “A Hard Day’s Night”, “I Call Your Name”, “Things We Said Today”. Ma ne scrivevano - eccome, se ne scrivevano - anche per altri. “I Wanna Be Your Man”, come si sa, andò a Rolling Stones. “Goodbye” e “Those Were The Days” furono donate a Mary Hopkins. “I’ll Keep You Statisfied” e diverse altre finirono a Billy J. Kramer & the Dakotas. Forse non tutti ricordano, tra l’altro, la stessa “It’s For You” incisa da Mina nel 1965. Nella fattispecie, “It’s For You” versione Beatles è stata registrata il 3 giugno 1964, ovviamente con George Martin dietro le consolle di Abbey Road. Qui è Paul a cantare, ma il pezzo era stato composto insieme a John. Due minuti appena, trasferiti su acetato dal fido Dick James: un pezzo dotato di una curiosa malìa, per certi versi abbastanza atipica per i Beatles, anche se il loro marchio rimane inconfondibile, of course.   Ebbene, chi avesse tra le 15mila e le 20 mila sterline da spendere, sappia che il demo verrà messo all’asta il 27 agosto presso il Liverpool Institute of Performing Arts, fondato, guarda caso, da un certo Paul McCartney. A questo punto, c’è un solo ultimo Sacro Graal beatlesiano ad attendere di vedere la luce: è “Carnival of Light”, brano sperimentale registrato nel ’67 per un festival di musica underground. Una roba di «suoni distorti, batteria ipnotica e organo, con in più rumori vari tra cui quello di acqua gorgogliante, con le voci di John e Paul a urlare in modo folle frasi sconnesse»: così disse il critico Mark Lewisohn, uno dei pochi ad aver avuto accesso al nastro. Finora i Beatles si sono sempre rifiutati di pubblicarlo. Qualcuno sussurra che McCartney stia cambiando idea. Potrebbe essere questo l’ultimo “miracolo” dei Fab Four.