Lunedì 6 Maggio 2024

Test, calano gli iscritti a Medicina, ma è la laurea col lavoro 'sicuro'. Ecco la classifica degli atenei

Verso le prove d'ingresso. La graduatoria delle università italiane. Tra le statali vince Verona, seguita da Trento. Bocconi al top tra i privati

La classifica delle facoltà

La classifica delle facoltà

Roma, 25 luglio 2015 - POCO meno di 80.000 (79.451): tanti sono i candidati ad entrare nelle facoltà a numero chiuso: Medicina e Odontoiatria, Architettura, Veterinaria. A tirare le somme è il Miur che nota una certa flessione negli aspiranti medici: in 60.639 hanno chiesto di partecipare ai test – la prova è fissata per l’8 settembre – mentre l’anno scorso erano stati 64.187. Se il grosso delle domande se lo porta via il fascino del camice bianco, per Architettura gli aspiranti sono 10.994 (11.884 nel 2014) con la prova fissata per il 10 settembre. La flessione non tocca la facoltà di Veterinaria con 7.818 domande contro le 6.940 dell’anno precedente; l’appuntamento è per il 9 settembre.

Tutto confermato sulle modalità: 60 quesiti da completare in 100 minuti con una prevalenza, quest’anno, di domande attinenti alla disciplina scelta e una diminuzione di quelle di cultura generale e logica. I posti disponibili sono: 9.513 per Medicina, 792 per Odontoiatria, 717 per Veterinaria, 7.802 per Architettura.

 

PER il test di Medicina in lingua inglese (16 settembre) ci sono 3.918 iscritti, rispetto ai 4.954 dello scorso anno. I posti sono 204 per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero.

Rispetto alle facoltà a numero chiuso la prima necessità è quella di «entrare» e quindi superare lo sbarramento iniziale. Ai giovani che scelgono di proseguire gli studi dopo la maturità, però, interessa molto anche capire quali possibilità di sbocchi concreti diano i corsi di studio e gli atenei presso i quali li seguono. Non tutte le università sono uguali e di qui era nato il tentativo, da parte del governo, di considerare il voto di laurea anche in base all’ateneo nel quale è stato conseguito.

AIUTANO, in questo senso, le ‘classifiche’ stilate dal Sole24Ore sia sugli atenei statali che su quelli privati. La vittoria viene assegnata, quest’anno, a Verona per la prima categoria, seguita da Trento, Alma Mater di Bologna e Politecnico di Milano. Per le private è prima la Bocconi di Milano, al secondo posto si piazza la Luiss mentre il terzo gradino del podio è stato assegnato al San Raffaele di Milano. Un’altra indagine, questa volta firmata Censis-Repubblica mette al primo posto tra i grandi atenei (tra 20.000 e 40.000 iscritti) l’Università di Perugia e tra quelli mega indica, per il primato, l’Alma Mater di Bologna seguita da Padova e Firenze.

Sono cose importanti da sapere per i ragazzi che devono scegliere. Perché il valore legale del titolo di studio, ossia la laurea, non è stato abrogato e quindi il 110 di Milano vale come quello di Cosenza, ma al momento dell’assunzione il datore di lavoro inevitabilmente fa riferimento anche alla sede dove si sono frequentate le lezioni.

I parametri utilizzati nelle diverse valutazioni riguardano più fattori come il numero dei crediti formativi che gli studenti riescono ad ottenere; gli stage e i tirocini presso le aziende; il tasso di occupazione degli ex studenti trascorso un anno dal conseguimento del titolo di studio.

SULL’OCCUPAZIONE ad un anno dalla fine degli studi – non certo trascurabile nel ponderare un’iscrizione – mancano i dati di molti atenei non statali perché queste università non hanno ancora aderito al Consorzio AlmaLaurea, specializzato nella raccolta e nel confronto a livello nazionale. L’ultimo rapporto presentato nello scorso mese di aprile offriva qualche speranza con un lieve calo della disoccupazione dei laureati un anno dopo. E offriva indicatori specifici su cinque indirizzi che mantengono buoni livelli occupazionali: Scienze, Chimica e Farmaceutica, Economia e Statistica, Ingegneria e, infine, Medicina per la quale vale la pena di affrontare gli odiatissimi test di settembre.