Giovedì 2 Maggio 2024

Unioni civili, Quagliarello: legge ipocrita. Si rischia l'utero in affitto

Il coordinatore Ncd critico: "Il presidente dei vescovi ha ragione, i diritti non sono automatici"

ROMA, 25 agosto 2015 - «BAGNASCO coglie il punto. Laicamente». Gaetano Quagliariello, ( nella foto ) coordinatore nazionale di Ncd, affronta il tema delle unioni civili e di una legge che provoca malumori e divisioni nel governo. «Non riduciamo – dice – sempre tutto a questioni di politica politicante. Ragioniamo, invece. E rendiamoci conto che il tema non è affatto facile».

Proviamo a spiegarlo...

«Nessuno mette in dubbio i diritti. Si tratta, come afferma giustamente il presidente della Conferenza episcopale italiana, di accettare un principio di realtà: le unioni civili sono realtà che esistono ma sono antropologicamente, socialmente e culturalmente diverse dal matrimonio».

Insomma, diritti differenti.

«No, assolutamente nessuna discriminazione. Ma da situazioni diverse derivano naturalmente status giuridici diversi».

Ma il progetto di legge sulle unioni civili mette in difficoltà il governo?

«Non è una questione di governo e per questo è bene che il governo ne rimanga fuori. La battaglia va fatta in Parlamento a testa alta. Questa legge è un ibrido che mescola approcci differenti. Il titolo primo, senza esplicitarlo, equipara di fatto le unioni civili al matrimonio; nel titolo secondo si punta invece sui diritti delle persone mentre il titolo terzo privilegia un approccio contrattualistico. Ne viene fuori un prodotto poco coerente e, in fondo, ipocrita».

Pd spaccato, si dice.

«Credo che una parte del Pd, come noi, non accetti le conseguenze alle quali, per via giurisprudenziale, questo testo potrebbe portare. Credo che una parte del Pd, come noi, non voglia che si giunga a legittimare l’utero in affitto che farebbe degradare la donna a mero strumento di riproduzione. Se infatti l’equiparazione al matrimonio portasse al riconoscimento della facoltà di adozione, come impedire che una coppia gay possa ottenere un figlio servendosi, comprandolo, dell’utero di un’altra donna? Io ritengo che questo tema sia centrale e sviluppandolo si comprenda bene perché il cardinale Bagnasco abbia calcato la mano sul fatto che i diritti debbano discendere dalla diversità delle situazioni, senza nessun automatismo».