Mercoledì 24 Aprile 2024

L'ultima del sindaco Formaggio: "Tassiamo i gay"

"Non fanno figli, dunque non portano ricchezza". L'uscita plateale del sindaco di Albettone (Vicenza), già noto per le sue sparate contro rom e immigrati

Il sindaco di Albettone, Joe Formaggio, con Matteo Salvini (Ansa)

Il sindaco di Albettone, Joe Formaggio, con Matteo Salvini (Ansa)

Vicenza, 29 agosto 2015 - Una tassa sui gay. E' l'ultima sparata di Joe Formaggio, il sindaco di Albettone (Vicenza), noto per le sue uscite plateali, dal vanto di dormire "con il fucile sotto al cuscino", ai cartelli di divieto "ai nomadi" istallati sul territorio comunale. "Vedrei bene una tassa sugli omosessuali che non possono procreare e dunque non faranno figli. Mi chiedo: Chi porterà avanti la nazione?", dice ai microfoni dell'emittente locale 'Antennatré'.

Nessun attacco, ha cercato di minimizzare l'amministratore di centrodestra, ma il frutto di una riflessione e di due conti fatti con carta e penna: "Visto che una coppia omosessuale - ha detto - non avrà mai dei figli, e che la nazione ha bisogno di nuovi bambini italiani, più coppie gay ci saranno e meno figli si avranno. In pratica la coppia gay si esaurisce con i due componenti, non ci saranno figli che continueranno a pagare le tasse e a portare avanti lo sviluppo della nazione". "La tassa - ha aggiunto - potrebbe servire per aiutare le famiglie con figli. Io ho tre figli e sono orgoglioso della mia famiglia". 

Prima i rom, poi gli immigrati, ora i gay: sortite ad effetto che hanno garantito al sindaco visibilità sui quotidiani azionali. Ma che gli hanno anche attirato l'attenzione delle Procure. Nell'aprile scorso Formaggio finì indagato a Vicenza per istigazione all'odio razziale (legge Mancino) dopo aver fatto affiggere nel paese cartelli di "divieto ai nomadi". Tolti subito dopo da Prefettura e Procura di Vicenza. Non volevano essere semplici divieti di sosta. Formaggio aveva spiegato di volere un "comune denomadizzato".

Il 'sindaco-sceriffò di Albettone era salito alla ribalta già in precedenza, guidando la protesta dei comitati cittadini all'indomani della tragica rapina alla gioielleria a Ponte di Nanto, quando il benzinaio Graziano Stacchio sparò ad un bandito - poi identificato in un nomade - uccidendolo. Fu una sua idea la t-shirt con lo slogan "Io sto con Stacchio", poi adottata per la campagna sulla sicurezza da Fratelli d'Italia e Lega.