Sabato 27 Aprile 2024

Stress test per le banche, cosa sono e come funzionano

Istituti di credito europei sotto esame: resisterebbero a un'eventuale nuova crisi?

Francoforte, la sede della Bce (Ansa)

Francoforte, la sede della Bce (Ansa)

Roma, 29 luglio 2016 - Oggi l'Eba, l'autorità bancaria europea, pubblicherà i risultati degli stress test su 51 banche europee, quelle con un attivo superiore ai 30 miliardi. Di cosa si tratta? Gli stress test misurano la solidità degli istituti di credito, ovvero il grado di resistenza in caso di una forte recessione e di turbolenze di mercato. Sono stati introdotti nel 2009, dopo la crisi del 2008, per fornire garanzie agli investitori e mantenere alta la fiducia. 

COME FUNZIONANO - L'Eba immagina scenari diversi e ne verifica gli effetti sui capitali della banca. In particolare simula in due fasi consecutive una situazione "di base" e una "avversa". Nella prima si ipotizza una crescita dell'area euro pari all'1,8 % nel 2016 e dell'1,9% nel 2017. Nella seconda, si sottopone l'istituto a condizioni negative, quali calo del pil nel biennio 2016-2018, un peggioramento del rating dei titoli di stato e dei prezzi degli immobili residenziali e commerciali, crollo delle Borse.. 

Vengono così prodotti migliaia di dati, circa 20mila: dai titoli di stato in portafoglio, all'esposizione ai rischi in base ai dati di bilancio 2015, al valore del capitale. Dati che presi nell'insieme danno la misura dell'impatto dello 'stress' sull'istituto. 

LE NOVITA' - Diversamente dal passato, gli stress test 2016 non fissano in caso di scenario avverso una soglia patrimoniale al di sotto del quale la banca è obbligata automaticamente alla ricapitalizzazione (tale soglia nell'ultimo test del 2014 corrispondeva al 5,5%). Ma si limitano a dare indicazioni circa lo stato di salute del credito, che è il dato a cui gli investitori guarderanno. I risultati saranno comunque oggetto della valutazione della vigilanza Bce che in autunno-inverno condurrà l'esame Srep e quidi fatalmente porteranno a correzioni per le banche che dovessero presentare debolezze. 

Il numero di banche coinvolte è diminuito: nel 2014, erano 124. Oggi il numero è sceso a 51, con qualche polemica che arriva dal mondo finanziario: sono escluse infatti le banche minori, che in alcuni casi sono anche le meno affidabili, come gli istituti greci e portoghesi. 

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