Venerdì 26 Aprile 2024

Verratti: "Al Psg mi hanno capito. Io e Pirlo siamo diversi"

A 22 anni il centrocampista partito da Pescara è il calciatore italiano più importante d'Europa: "In Italia non c'è tempo per sbagliare. Se devo cambiare modo di giocare, tanto vale che comprino un altro"

Calcio: Marco Verratti (Afp)

Calcio: Marco Verratti (Afp)

Parigi, 14 settembre 2015 - Il Barcellona la squadra ideale, Iniesta il modello da imitare in campo. Marco Verratti studia da campionissimo e sogna in grande per lui e per il suo Psg. A 22 anni, il talento ignorato dalle big del nostro campionato, è forse il calciatore italiano più importane d'Europa. 'Signore' del centrocampo di Blanc, Ibrahimovic lo adora e anche Conte lo ha eletto come erede naturale di Pirlo, affidandogli le chiave della nazionale azzurra. "Ma siamo diversi. Io amo uscire dalla difesa palla al piede, lui ha la capacità di creare superiorità numerica con un lancio lungo".

A dispetto dell'età, la personalità è già da veterano: "All'inizio, il mio modo di giocare metteva in difficoltà anche i compagni, non la buttavo mai - racconta in un'intervista alla rivista UndiciOggi hanno capito e anche il mio allenatore non mi rimprovera più. Se devo cambiare modo di giocare, tanto vale che comprino un altro".

Verratti ripercorre quindi le tappe della sua carriera: "Il momento più bello è stato l'arrivo in prima squadra al Pescara. Passare dalla partita con gli amici a un match vero di un torneo professionistico mi ha emozionato più che vincere un campionato". Cosa che peraltro ha già fatto tre volte con il Psg, oltre a conquistare due coppe di Lega, una coppa di Francia, tre Supercoppa: "Vedo il calcio ancora come un divertimento. L'organizzazione di squadra è importante, ma credo che ognuno debba metterci qualcosa di suo. Se devo individuare una squadra che gioca secondo il mio modo di vedere il calcio, scelgo il Barcellona. Se invece devo indicare un modello di calciatore, dico Iniesta. Li abbiamo incrociati spesso negli ultimi anni, ed è una squadra che si diverte anche quando perde. Per me, questa è la cosa più importante".

Sull'esperienza all'estero e sul paragone con l'Italia, Verratti ha le idee chiare: "I giovani all'estero hanno più libertà, se in Italia sbagli due volte non ti danno una terza possibilità. Ma dipende anche dal giovane in questione: Pogba, nel Manchester, non vedeva il campo. L'unica cosa che mi dispiace è che mio figlio non possa avere un'adolescenza felice come la mia, i calciatori cambiano squadra e città. Al massimo gli farò un fratellino con cui potrà giocare".