Giovedì 25 Aprile 2024

Parma-Atalanta, Tavecchio: "Abbiamo un piano per giocare". Manenti: "I soldi ce li ho". Leonardi lascia

Ottimismo dopo l'incontro tra il presidente Figc e il sindaco emiliano: "Spero di convincere club di A e giocatori". Pizzarotti: "Chance salite al 50%". Manenti: "Bonifici arriveranno". Malagò preoccupato: "Personaggio pittoresco". Macalli: "Ipocrita la protesta dell'Aic". Intanto il dg si dimette: "Le mie condizioni di salute sono peggiorate"

Giampiero Manenti (Ansa)

Giampiero Manenti (Ansa)

Roma, 4 marzo 2015 - "Abbiamo predisposto un piano che sarà sottoposto all'assemblea di Lega di venerdì. Andrò a Parma per illustrarlo ai calciatori, sperando che venga accolto per fare sì che domenica si possa giocare". Dopo l'incontro con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e alcuni rappresentanti della Lega di Serie A, Carlo Tavecchio apre spiragli sulle possibilità che Parma-Atalanta si giochi regolarmente domenica. Segnali positivi arrivano anche dal primo cittadino, che prima del vertice era apparso piuttosto pessimista ("Ci sono il 40% di possibilità che si giochi") e che invece è uscito rinfrancato dall'incontro: "Speriamo di rivederci felicemente venerdì pomeriggio e di aver sbloccato almeno un primo passaggio. Le possibilità che si giochi contro l'Atalanta tornano al 50 per cento, direi che dei passi si sono fatti". 

Anche perché la crisi del Parma rischia seriamente di falsare il campionato di serie A. Una situazione che preoccupa anche i vertici del Coni, in primis il presidente Giovanni Malagò: "La cosa più importante è che nell'assemblea di Lega di venerdì, i colleghi di questo fantascientifico e pittoresco personaggio in fondo alla catena, trovino il modo di salvaguardare almeno la parte sportiva e dare una regolarità al campionato che di fatto sarebbe anomalo se il Parma non dovesse tornare a giocare", le sue parole alla trasmissione Agorà, sulla Rai. 

Il campionato rischia di concludersi con 19 squadre e tutti i problemi che ne deriverebbero: "Sull'argomento - ha aggiunto il capo dello Sport italiano - ho espresso già le mie opinioni. Sono società private, società per azioni, con scopo di lucro e anche quotate in borsa e quindi assoggettate a normative della Consob. La vicenda, più che grottesca, direi che è inverosimile. E ora c'è un insieme di responsabilità che vede ognuno dire che non c'entra nulla e questo è totalmente inaccettabile. L'anno scorso è accaduto con il Siena, era doveroso che qualcuno provvedesse affinché non accadessero più certe cose, ma questa è molto peggio. Si sono battuti tutti i record di indebitamento in poco tempo".

Il caso-Parma è lo specchio di un sistema in crisi. "Non ho mai lesinato considerazioni critiche nei confronti di questo mondo - ha chiarito quindi Malagò -, la Serie A oggi è considerata il quarto campionato in Europa e come numero di spettatori davanti c'è anche il campionato messicano e, secondo alcuni, anche quello indiano. I signori del calcio si difendono chiedendo se c'è un ambito in cui l'Italia è quarta o quinta al mondo. La cosa brutta è che una volta eravamo i primi. Come il turismo, oggi siamo quinti, ma vent'anni fa eravamo primi. Chi ha gestito le cose in passato dovrebbe farsi un esame di coscienza".

MANENTI RIBADISCE: "HO I SOLDI" - Intanto Manenti continua a ribadire le sue solite promesse, fino a ora disattese. Stavolta lo fa attraverso i microfoni di Sky Sport: "Ci stiamo adoperando per accelerare i pagamenti, stiamo cercando di prepare i documenti da portare in Procura, in modo che ci sia un piano credibile e duraturo negli anni. Rischio di fallimento? Dipende dalla volontà delle persone, ognuno ci mette il suo ma con un piano concreto e reale, dimostrabile, il Parma non fallisce. I soldi ci sono, ci sono sempre stati, altrimenti non ci saremmo imbarcati in un'avventura così. Chi me l'ha fatto fare? Un'innata passione per lo sport e per il calcio in modo particolare, credo nel progetto che stiamo portando avanti". Infine, alla domanda se lui sia un bluff oppure no, la risposta è laconica: "Probabilmente sì, probabilmente no, lo vedremo".

MACALLI - Sull'argomento è intervenuto anche Macalli, presidente della Lega Pro: "Il ritardo di un quarto d'ora in Serie A? È molto più di un'ipocrisia, i calciatori dovrebbero vergognarsi perché non partecipano al fondo di garanzia al quale aderiscono i loro colleghi di B e Lega Pro: se mettessero cinquemila euro a testa, si risolverebbe temporaneamente il problema, consentendo al Parma di giocare le partite. Ritardiamo di mezz'ora le partite per gli operai dell'Ilva che guadagnano 1000 euro al mese - ha concluso Macalli - invece di uscire da Collecchio con Ferrari lunghe ventidue metri".

LEONARDI SI DIMETTE - Pietro Leonardi non è più direttore generale del Parma. Il dirigente crociato, già amministratore delegato del club durante la gestione Ghirardi, ha rassegnato questa sera le proprie dimissioni da tutti gli incarichi interni al club ducale. "Le mie condizioni di salute, peggiorate negli ultimi tempi, e l'attuale situazione ambientale che si è mio malgrado venuta a creare - ha scritto Leonardi sul sito ufficiale della società crociata - non mi consentono più di svolgere il mio lavoro proficuamente, non volendo oltretutto risultare d'impaccio all'attuale proprietà. Ringrazio i miei collaboratori, i dipendenti tutti, lo staff tecnico, i calciatori e la tifoseria, ai quali mi sento e mi sentirò sempre profondamente legato".