Giovedì 25 Aprile 2024

Milano-Sanremo, la serenità di Sagan dopo la beffa

Il polacco della Sky fa sua la Classicissima beffando sulla linea l'iridato che aveva attaccato sul Poggio. Terzo il francese Alaphilippe, nono Viviani che è il migliore degli italiani

Milano Sanremo, il podio (LaPresse)

Milano Sanremo, il podio (LaPresse)

Sanremo (IM), 18 marzo 2017 - Peter Sagan, la rockstar del ciclismo mondiale che nella Milano-Sanremo 2017, irrimediabilmente, si traveste da Toto Cutugno: ancora un secondo posto nella città del Festival per il fuoriclasse slovacco, infilzato letteralmente sulla linea d'arrivo della Classicissima da Michal Kwiatkowski, al termine di una tiratissima volata a tre con il francese Julian Alaphilippe a chiudere il podio. È la prima Sanremo della storia a parlare polacco, la 58ª su 108 edizioni a diventare preda di un corridore straniero: la striscia negativa degli italiani si allunga a dodici anni, e il record negativo di diciassette è sempre più vicino. Migliore dei nostri Elia Viviani, nono, tra i piazzati nella volata dei battuti messi in fila dal vincitore del 2014 Kristoff.

«Ancora non ci credo, era stata un'edizione più semplice delle precedenti e dopo la Cipressa ero convinto che si sarebbe risolta in una volata di gruppo - le parole di Kwiatkowski appena tagliato il traguardo - Quando però ho visto Sagan andare l'ho seguito, non potevo fare diversamente. È una sensazione incredibile».

Una Milano-Sanremo ad andamento lento nella prima parte, spazzata dal vento contrario, che si è incendiata improvvissamente negli ultimi sei chilometri proprio grazie a una fiammata di Sagan sul Poggio. Lì il nostro Sonny Colbrelli, che era a ruota del bicampione del mondo, ha mollato la presa, mentre Kwiatkowski e Alaphilippe sono riusciti a chiudere il buco e saltare in extremis sull'espresso slovacco: l'ultimo treno per la vittoria.

In discesa è stato ancora l'iridato a fare le traiettorie, con Kwiatkowski e Alaphilippe a giocare di rimessa sapendo di avere compagni veloci nel gruppo lì a pochi secondi: il già citato Viviani per il polacco di casa Sky, e Fernando Gaviria per quanto riguarda il francese della Quick Step. Tornati sull'Aurelia, il terzetto si è ritrovato con 17" da gestire a poco più di 2 km dal traguardo: la situazione ideale per i due passeggeri del Sagan-express, ben felici di potersi limitare a cambi di pochi centimetri in modo da lasciare sulle spalle della maglia arcobaleno l'incombenza di portare a termine l'azione. E Sagan, sulla carta nettamente il più veloce dei tre, non si è tirato indietro, ha continuato a prendere vento in faccia e ai trecento metri ha lanciato la volata, sperando che quegli altri due non ne avessero per controbattere.

Invece, ecco la beffa servita da un relativamente più fresco Kwiatkowski, sbucato alla sinistra di Sagan e arrivato addirittura al contatto negli ultimissimi metri: uno sprint comunque assolutamente regolare, e un vincitore che non ha rubato nulla al fuoriclasse di Zilina, perché queste sono le corse. E il povero Peter - la cui classe è ugualmente emersa in quella mano tesa all'avversario pochi istanti dopo l'arrivo - ha forse capito una volta di più come deve essersi sentito negli ultimi anni di carriera il suo vecchio rivale Fabian Cancellara, abituato a dover correre da solo contro tutti. Basti pensare all'epilogo della Sanremo 2012, con Spartacus a fare il diavolo a quattro come oggi Sagan, e Gerrans a indossare i panni del carnefice come questa volta Kwiatkowski.

«Io mi sono già abituato ai secondi posti, e poi ci aspettano altri obiettivi. Ero solo all'attacco, poi sono rientrati Kwiatkowski e Alaphilippe, hanno dato un cambio a testa ma io pensavo di vincere ugualmente in volata, invece hanno avuto nelle gambe cinque metri più di me - ha commentato un Sagan apparso sinceramente sereno e consapevole di avere dato il massimo - Ma alla fine i risultati non contano niente, l'importante è dare spettacolo per la gente che ci viene a vedere». 

Per un Sagan che guarda avanti e la prende con filosofia, c'è un Kwiatkowski per il quale questo 2017 potrebbe concludersi oggi e la sua stagione sarebbe già da incorniciare: sue, infatti, sono state le due classiche più belle e importanti che si sono disputate, la Strade Bianche di due settimane fa e questa Sanremo, la sua prima monumento che va ad aggiungersi al mondiale di Ponferrada 2014, all'Amstel Gold Race 2015 e al Gp Harelbeke dell'anno scorso, anche quel giorno ribaltando il pronostico che vedeva un Sagan super favorito nello sprint a due. Un corridore completamente ritrovato, "Kwiatek", dopo un paio di stagioni contrassegnate da più luci che ombre.

Per l'ItalPedale, invece, l'ennesima giornata di magro sulle strade della Riviera: nella volata dei battuti che ha visto Alexander Kristoff precedere Gaviria e il vincitore dell'anno scorso Arnaud Démare, il migliore come detto è stato Viviani, nono. Restano invece fuori dalla top ten Sonny Colbrelli, Daniele Bennati e Francesco Gavazzi, piazzati nell'ordine tra la 13ª e la 15ª posizione. In una corsa in cui anno è sempre più difficile fare la selezione, Mattia Cattaneo ha battuto un colpo seguendo Tim Wellens in una breve avanscoperta sulla Cipressa, dove a passare per primo in vetta è stato un altro dei nostri uomini più attesi, Fabio Felline. Consoliamoci pensando proprio al 27enne torinese, apparso comunque in forma e che nelle prossime settimane potrebbe trovare pane per i suoi denti andando a correre al Nord, dove riprende la stagione delle pietre: mercoledì la Dwars door Vlaanderen, venerdì il Gran Premio di Harelbeke e domenica la Gent-Wevelgem, in un crescendo che ci porterà al Giro delle Fiandre del 2 aprile e alla Roubaix della domenica successiva.