Mercoledì 24 Aprile 2024

Doping, Maria Sharapova squalificata per due anni

La tennista russa era risultata positiva al Meldonium in occasione degli Open di Australia

Maria Sharapova (Afp)

Maria Sharapova (Afp)

Londra, 8 giugno 2016  - Nessuno sconto per la stella del tennis russa Maria Sharapova, squalificata oggi per 2 anni per doping. L'annuncio lo ha dato la Federazione del tennis internazionale (Itf). 

La tennista russa era risultata positiva al Meldonium in un test svolto a gennaio scorso, in occasione degli Open di Australia. La Itf in una nota rende noto che la squalifica parte dal 26 gennaio scorso, per Maria significa rinunciare alle Olimpiadi di Rio.

Ma la giocatrice 29enne ha subito annunciato sulla sua pagina Facebook l'intenzione di fare appello contro la sentenza. L'ex numero uno del tennis mondiale aveva riconosciuto nel marzo scorso di aver assunto il medicinale entrato nella lista delle sostanze proibite soltanto all'inizio di quest'anno. 

La Sharapova sottolinea che la stessa sentenza del Tribunale sportivo riconosce che il suo doping non è stato intenzionale e ricorda che per questo è stata squalificata per soli 2 anni, contro i 4 richiesti dalla federazione internazionale. Di conseguenza, afferma, "non posso accettare un'ingiustamente dura sospensione di due anni" e "farò immediatamente appello" al Tas, Tribunale arbitrale per lo sport. 

COMUNICATO ITF - Nel comunicato pubblicato sul sito dell'Itf si legge che un Tribunale Indipendente, applicando l'articolo 8.1 del 2016 Tennis Anti-Doping Programme ha riscontrato da parte di Sharapova una violazione delle regole Anti-Doping Rule (articolo 2.1) e di conseguenza l'ha squalificata per un periodo di due anni a partire dal 26 gennaio 2016. La Sharapova aveva fornito un campione di urina lo scorso 26 gennaio, dopo il suo match di quarti di finale agli Australian Open, a Melbourne. Il campione è stato analizzato dal laboratorio accreditato dalla Wada di Montreal, Canada, e i risultati hanno confermato la presenza dell'ormai famigerato meldonium, un modulatore metabolico incluso nella sezione S4 (Ormoni e Modulatori Metabolici) della Lista Proibita della Wada per il 2016, per questo proibito dal Programma Anti-Doping. 

Il 2 marzo è stata accusata di violazione delle regole anti-doping contenute nell'articolo 2.1 del Programma ("Sostanze Proibite presenti in campioni di un atleta"). La russa ha ammesso di aver commesso la violazione e ha immediatamente chiesto un'udienza davanti ad un Tribunale Internazionale, ex articolo 8 del Programma, per determinare le conseguenze della violazione stessa. 

Nel corso di un'audizione di due giorni (18-19 maggio) un Tribunale Indipendente ha raccolto prove e sentito entrambe le parti, stabilendo oggi che Sharapova sia interdetta dall'attivita' agonistica per un periodo di due anni; che, tenuto conto della sua immediata ammissione della violazione, il periodo di interdizione sia retrodatato, secondo l'articolo 10.10.3(b) del Programma, a decorrere dal 26 gennaio 2016 (data di raccolta del campione) e termini quindi alla mezzanotte del 25 gennaio 2018; che i risultati ottenuti da Maria Sharapova agli Australian Open 2016 non vengano conteggiati, in termini di punteggio valido per il ranking e di prize money.

LO SCANDALO RUSSO - Sono almeno 300 atleti "positivi" al meldonium al mondo, così si era difeso il Ministro dello sport della Federazione Russa Vitaly Mutko allo scoppio dello scandalo che vedeva proprio i russi al centro dell'attenzione. Infatti dopo la tennista Maria Sharapova, si era aggiunto anche quello del pugile Aleksandr Povetkin, anche lui positivo ai residui di meldonium. Anche l'ex capo del laboratorio anti-doping russo, Grigori Rodchenkov, subito smentito dal Cremlino definendolo "disertore e calunniatore", aveva accusato decine di atleti russi che avevano partecipato alle Olimpiadi invernali di Sochi. La World Anti-Doping Agency (WADA) ha avviato immediatamente un'indagine su queste informazioni. Il ministro dello sport russo Vitaly Mutko, a sua volta, ha definito tali dati "assurdità". 

A Ginevra, il 9 novembre scorso si è tenuta una conferenza stampa della WADA, dove la Commissione Indipendente sul doping ha accusato la Russia di numerose violazioni delle norme antidoping e ha consigliato alla IAAF sospendere gli atleti russi alle prossime competizioni, comprese le Olimpiadi del 2016. Ora Mosca attende con ansia il 17 giugno, quando saprà se la propria federazione di atletica potrà partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. La IAAf durante il Consiglio di Vienna prenderà una decisione in merito all'ammissione degli atleti russi, poiché al momento la federazione è sospesa da ogni evento di atletica dopo gli scandali legati al doping e per ottenere l'ok dovrà dimostrare un "cambio di cultura".