Mercoledì 24 Aprile 2024

Ma è l'inizio della fine

Giuseppe Tassi

CAMPIONE del mondo di faccia tosta, Sepp Blatter resta sul trono dorato della Fifa. Scivolando sullo scandalo tangenti come un esperto surfista, il vecchio colonnello (79 anni) riesce ancora una volta a coagulare intorno a sé un consenso che si regge sul potere del denaro, sulle prebende milionarie che la Fifa sa garantire a chi entra nella casa del calcio business. Il suo diretto avversario, il principe Al Hussein, è costretto a ritirarsi dopo la prima votazione. Blatter, bocciato dalla Uefa, scaricato da Stati Uniti, Canada e Australia, ha pescato nel serbatoio di voti dei Paesi africani e asiatici e nella Concacaf, la confederazione centroamericana, fulcro dello scandalo denunciato dalla Fbi. Ma ad onta del successo e delle atmosfere brezneviane che aleggiano sul congresso di Zurigo, il Colonnello non è più in grado di garantire al governo del calcio mondiale la leadership e l’esperienza con cui si è riempito la bocca nel discorso della vigilia, dove ha parlato di fair-play e di correttezza, proponendosi come traghettatore verso un calcio più pulito.

PROPRIO lui che ha ereditato dal suo predecessore Havelange, e poi raffinato negli anni, il sistema di prebende che ha trasformato la Fifa in una cassaforte da 5 miliardi di euro, ma anche in una centralina di tangenti, soldi sporchi, squallida costante degli ultimi vent’anni di Coppe del mondo. Ecco perché questa vittoria potrebbe segnare l’inizio della fine per l’era Blatter. Alla condanna pubblica del governo americano e di leader del peso di Merkel e Cameron, si aggiungono le perplessità degli sponsor statunitensi. Coca Cola, Visa, McDonald’s reclamano una vera e propria operazione di pulizia dentro la Fifa, un cambio di impostazione e di mentalità che impone una svolta vera, fatta di uomini nuovi, con Platini in prima fila. Ecco perché l’ultimo ruggito del Colonnello somiglia a quello di un leone morente. Nel giro di pochi mesi potrebbe essere costretto ad abdicare. Quel trono dorato oggi è pieno di spine. E il mondo ha fame di calcio pulito.