Mercoledì 24 Aprile 2024

Le ragioni del ct e il sogno possibile di Roma olimpica

E’ un momento di svolta per lo sport italiano. Dal fondo di una crisi che è insieme economica e ideale, arriva la provocazione di uomini abituati a remare contro, a sovvertire equilibri e abitudini consolidate. Gli innovatori o i rivoluzionari, se vogliamo sottolineare il significato delle loro scelte, sono il ct della nazionale italiana di calcio, Antonio Conte, e il presidente del Coni Malagò. Il primo ha alzato la voce per chiedere ai club e all’intero movimento calcistico un atteggiamento più collaborativo con la nazionale, il secondo sta costruendo con pazienza la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024. Nella giornata di ieri entrambi hanno ottenuto piccoli successi, che forse indicano davvero una via nuova per lo sport e un salto culturale capace di sganciarci dai vecchi modelli.

Si comincia dal consiglio federale, orchestrato dal discusso Tavecchio, che ha subito teso una mano a Conte, ottenendo dalla Lega un tavolo tecnico. Uscendo dal politichese, il ct potrà confrontarsi con i presidenti di club per decidere come riempire al meglio la pausa tecnica della nazionale, che si ripresenterà in campo solo a marzo. All’ipotesi di possibili stage e di rapporti più intensi con i club, si affianca la riforma strutturale delle rose: non più di 25 giocatori e 8 di questi devono essere formati in Italia. Anche questa una misura che va a vantaggio dei vivai e delle casse di molte società, obbligate a sfruttare al meglio i loro settori giovanili. Insomma il piccolo terremoto innescato dalle parole di Conte ha già prodotto qualche effetto, che non sarebbe giusto sottovalutare.

Chi sogna il grande stile è il presidente del Coni Malagò, confortato ieri dalle parole del premier Renzi, un altro abituato a rincorrere traguardi difficili, mentre il Paese naviga nella crisi. Mai come ora serve fiducia, voglia di credere in grandi obiettivi e traguardi importanti. Ecco perché l’Olimpiade sui colli di Roma non è un’operazione nostalgia ma un atto di fede nel futuro.